In una Londra tetra e indecifrabile, Billy Harrow, studioso di cefalopodi, guida i visitatori all’interno del Museo di Storia Naturale, dove è ospitato un raro e impressionante esemplare di Architeutis dux, meglio noto come Calamaro gigante. Nessuno può immaginare quello che sta per accadere, l’evento che avrebbe cambiato per sempre l’esistenza di chi vi avesse assistito: quando il calamaro svanisce nel nulla prima dell’arrivo di Billy e dei visitatori, ogni spiegazione razionale appare subito vana. Come Billy avrà presto modo di scoprire, quel prodigio non è altro che una manifestazione delle lotte che si stanno consumando in una città avvolta da una coltre impenetrabile di segreto e mito, che si scopre popolata da creature magiche e crudeli, le cui origini si perdono nei secoli e negli anfratti bui del mistero. In nome di quale dio tutto ciò sta avvenendo? Qual è il fine ultimo di coloro che si apprestano a cancellare per sempre ogni traccia di umanità?
Recensione
Cio che una lettrice accanita come me cerca sempre in un nuovo romanzo e’ l’ originalità della storia narrata presentata da una scrittura creativa e accattivante.
Mi sono così finalmente ritrovata a leggere un romanzo così particolare che arrivata a fine lettura ancora mi perdevo a pensare e a riflettere su certi passaggi e affermazioni incontrati durante la lettura poiché questo si configura come una dei romanzi più bizzarri che abbia mai letto.
M. ci regala una storia straordinaria, raccontata con uno stile narrativo raffinato, sofisticato e altamente intrigante.
L’Ambientazione di tutto il romanzo ci porta in una Londra dei giorni nostri, che in un gioco di luce ed ombre sembra nascondere figure inquietanti e personaggi non troppo raccomandabili: e’ qui che i vari personaggi si ritroveranno coinvolti in fughe ed inseguimenti rocamboleschi ma sopratutto in situazioni al limite del sensato, il tutto raccontato con una prosa che tutto è meno che banale e semplicistica.
Lo stile narrattivo cosi particolareggiato infatti, non è propriamente di facile e d’ immediato impatto attentivo: sopratutto all’ inizio il racconto risulta lento,trascinato e non particolarmente accattivamente poiché privo totalmente d’azione ma nasconde in realtà una trama originale e del tutto imprevedibile.
Superata la parte iniziale infatti veniamo catturati da descrizioni suggestive ed intriganti, da colpi di scena ed intrighi davvero ben architettati che travolgono i numerosi personaggi incontrati all’ inizio della storia,in un gioco di fughe ed inseguimenti che mai mi sarei aspettata viste le premesse iniziali.
Le vicende dei protagonisti si susseguono pagina dopo pagina, creando quella giusta dose d’azione che cattura l attenzione del lettore ed gli insinua una frenetica ed eccitante curiosità circa le sorti dei protagonisti ma sopratutto circa la verità che si cela dietro questa sorprendente sparizione.
La piacevolezza di “La fine di tutte le cose ” sta nel mix di reazioni che riesce a suscitare nel lettore: la soddisfazione di avere tra le mani un lavoro raffinato ed elegantemente narrato, la sorpresa di una trama stravagante e originale che a nulla può esser paragonata poiché fuori da ogni schema di racconti fino ad ora letti ma sopratutto un finale tanto singolare quanto discutibile, assolutamente impensabile.
Questo romanzo è stata una bellissima scoperta che mi ha permesso di conoscere un scrittore dalla scrittura così raffinata ed elegante da conferire una bellezza esagerata ad un racconto che, senza tale peculiarità di scrittura,risulterebbe semplicemente un buon romanzo: la creatività narrativa dell’ autore è ciò che ne fa l’assoluta differenza.
Copia fornita da Fanucci
Titolo: La fine di tutte le cose
Autore: China Mieville
Genere: Fantasy
Pubblicazione: 2/01/2019
N° pagine: 512
Casa Editrice: Fanucci