Ognuno ha con il destino un appuntamento che non è in grado di dirottare. Quello di Giorgio Marro, brillante avvocato penalista, si è compiuto nel momento in cui un dramma ha colpito la sua famiglia in diversi modi, tutti disastrosi: il figlio piccolo ora in un’immagine sorridente da una lapide, il maggiore in sospensione tra un inganno di vita e la morte che se la prende comoda, sbeffeggia anche, la moglie in un delirio doloroso che l’ha indotta a scendere dal mondo, lui impaziente che si consumi la caduta interminabile e giunga il tonfo. Mentre annaspa tra limacciosi pensieri di distruzione, Giorgio intravede i bagliori di una battaglia che è disposto a combattere solo chi non ha più niente da perdere, solo chi, dopo aver vissuto con le spalle voltate a non vedere, può smettere di avere paura: c’è la ‘ndrangheta dietro la pressante richiesta di acquistare un suo terreno a picco sul mare dello Stretto, brullo e arso dal sole, e che non vale nulla; c’è la ‘ndrangheta dietro la scomparsa di due malavitosi, padre e figlio, che lui è stato l’ultimo a vedere vivi, lassù nella proprietà contesa, e che immagina incappati nella lupara bianca; c’è la ‘ndrangheta dietro le prepotenze per convincerlo a vendere. E da quelle parti la ‘ndrangheta è zi’ Masi, un capobastone che non sa rinunciare all’antico, la ‘ndrangheta sono i Survara, che hanno abbracciato la modernità delittuosa e le nefandezze a essa appiccicate. Marro indaga. Si spinge lontano, fino a disturbare l’avidità feroce, fino a restare ingabbiato nei contrasti tra le due ‘ndrine, fino a impattare nella brutalità della violenza criminale, fino a stagliarsi ombra solitaria, lunga di un sole già basso.
Mentre ponderava l’uomo, quella sua ostinazione. Gli lesse il dolore. Provò pena. Intuì il puntiglio di chi nulla ha ormai da chiedere alla vita, di chi non sa immaginarsi un futuro. Un puntiglio che lo rendeva invincibile.
Sapete cosa significa “marzo per gli agnelli”? Significa che per qualsiasi azione bisogna attendere il tempo più appropriato, non avere fretta, avere pazienza e saper aspettare. E’ in questo modo che opera la ‘ndrangheta, aspetta pazientemente il momento opportuno per sferrare il colpo ed ottenere ciò che vuole. Questa volta però non ha fatto bene i conti perché il proprietario dell’immobile che vuole estorcere è un uomo che non ha più nulla da perdere. Giorgio Marro è un avvocato penalista che ha già perso tutto: un figlio giovane morto e l’altro in bilico tra la vita e la morte e la moglie che consumata dal dolore sembra vivere in un altro mondo. A lui non intimoriscono le continue minacce, le velate richieste, perché Giorgio non ha paura delle dirette conseguenze dei suoi continui NO, la cosa peggiore che gli può capitare è essere ucciso per mano di sicari, morire…..ma questa per lui sarebbe solo una liberazione da questa vita che lo tormenta, dove il dolore non gli da pace e lui tenta di sopravvivere stordendosi con l’alcol. Se non ha nulla da perdere allora è forse l’unico che può indagare, cercare di scoprire dove sono finiti i due malavitosi padre e figlio che proprio lui aveva visto per ultimi e che sembrano scomparsi nel nulla. Una storia crudele, violenta, che rispetta l’anima della ‘ndrangheta, che non ha paura di niente e nessuno. Il racconto di una vita spezzata nel cuore oltre che nell’anima, di un dolore insopportabile che non lascia scampo nemmeno per un secondo. L’autore non risparmia la verità, le scene di morte, i dettagli agghiaccianti anche se non è il sangue a fare paura ma la freddezza con cui viene deciso chi deve vivere e chi deve morire. Una storia di faide, lotte per il potere, l’importanza della supremazia e l’orgoglio di appartenere ad un clan. Un romanzo senza vincitori né vinti, senza buoni e senza eroi, dove chi sopravvive è chi sa più aspettare.
Libro in collaborazione con PIEMME
Titolo: Marzo per gli agnelli
Autore: Mimmo Gangemi
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 12 Febbraio 2019
N° pagine: 285
Casa Editrice: Piemme