Gretel lavora come lessicografa: aggiorna le voci del dizionario, ragionando quotidianamente sul linguaggio, attività che ben si addice alla sua natura riflessiva e solitaria. Ha imparato che non sempre esistono vocaboli precisi per indicare ogni cosa, almeno non nel linguaggio di tutti; ma quando era piccola, e viveva su una chiatta lungo il fiume, lei e sua madre parlavano una lingua soltanto loro, fatta di parole ed espressioni inventate, e allora anche i concetti più astratti trovavano il proprio termine di riferimento, come il Bonak, definizione di tutto quello che più ci fa paura. Adesso sono passati sedici anni, esattamente la metà della vita di Gretel, da quando sua madre l’ha abbandonata, e le parole di quel codice stanno lentamente scolorendo, perdendosi nei fondali della memoria. Ma una telefonata inattesa arriverà a riportarle a galla, insieme ai ricordi di quegli anni selvaggi passati sul canale, dello strano ragazzo che trascorse un mese con loro durante quel fatidico ultimo anno, di quella figura materna adorata e terribile con la quale è arrivato il momento di fare i conti.
La vita è così. A volte va in una direzione ma solo per un secondo e poi ricomincia a girare, ruotando su se stessa così in fretta che non puoi capire quello che succede.
Gretel ogni tanto le fa quelle telefonate, agli ospedali, agli obitori per sapere se qualcuno ha qualche notizia di sua madre, di quella donna che l’ha abbandonata una mattina davanti alla fermata dell’autobus, che è sparita e non ha più dato sue notizie. Di sua madre Gretel ha pochi ricordi, la casa fatiscente sull’acqua, quel suo modo strano di parlare e di inventare parole e poi, quella parola di cui ha sempre avuto paura: Bonak. Ormai da anni ne ne sa più nulla finche un giorno qualcuno le dice che si, sa dov’è. Dopo sedici anni sua madre però è diversa, è peggiorata e riallacciare un rapporto che è stato spezzato è difficile, quasi impossibile. In un solo colpo tutti i ricordi tornano, investono Gretel come un’onda, riaffiorano frasi, persone e paure. Pensava di aver dimenticato tutto invece ecco il passato che torna ancora più confuso di come lo aveva dimenticato. Con una descrizione unica dei personaggi e dei luoghi l’autrice racconta il difficile rapporto tra madre e figlia. Una trama complessa, tra presente e passato la storia si snoda tra i meandri delle menti dei personaggi, di Gretel che ha cercato di dimenticare e della madre che la malattia sta consumando. Un linguaggio molto delicato per esprimere l’inquietudine costante di Gretel, quel suo cercare dentro e fuori di sé, sua madre, le sue radici, l’unica persona che le è rimasta. Un romanzo che coinvolge fino alla fine, perché ogni cerchio deve essere chiuso, perché per Gretel è importante che ogni tassello vada al suo posto prima che sia troppo tardi. Un libro emozionante ma di non facile lettura perché l’autrice riesce a scovare attraverso un linguaggio molto ricercato anche ciò che si trova nell’ombra.
Libro in collaborazione con FAZI
Titolo: Nel profondo
Autore: Daisy Johnson
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 19 Settembre 2019
N° pagine: 274
Casa Editrice: Fazi