Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, viene trovata morta il 2 marzo 1911 in un albergaccio vicino alla stazione Termini. È stata uccisa dal suo amante, al quale aveva concesso un ultimo appuntamento. Un femminicidio feroce, uno schema che ancora oggi si ripete: le donne abbassano le difese, non guardano con i mille occhi dei lupi, credono nell’amore come lo vedono gli occhi dei bambini e tentano la via nuova con lo stesso sguardo e lo stesso cuore di ieri. Ma vengono annientate da uomini che ne spezzano il volo.
Cosa cercava, Giulia, in quella squallida stanzetta? Monica Guerritore le si è messa accanto e, nel tempo dilatato di quel pomeriggio di marzo che conduce Giulia alla stanza dove troverà la morte, rivive i momenti fatali che l’hanno portata fin lì. A guidarla in questo viaggio saranno apparizioni, figure della mente come Emma Bovary, la Lupa, Oriana Fallaci, Carmen, la Signorina Giulia. In ognuna di loro vive un racconto immutabile, specchio o eco di un percorso femminile di solitudine, desiderio e perdizione, tanto reale che quando lo riconosciamo il nostro cuore ha un sussulto. Sono otto grandi personaggi femminili che l’autrice ha interpretato nella sua carriera. Le loro storie tessono un filo rosso di sangue e passione. Prenderne consapevolezza può permetterci di lasciare andare le nostre compagne di ieri per specchiarci, nuove, in un racconto del femminile ancora tutto da scrivere.
Magari abbandonando il pianto per ballare al ritmo di una ritrovata, leggera dolcezza.
Quando sei una donna devi combattere di più e devi vedere di più, pensare di più, essere sempre di più. E’ una questione di sopravvivenza. Ma io non ho mai voluto scusarmi per lo spazio che occupavo.
Giulia Trigona porta su di sé il più atroce dei primati perché Giulia Trigona è stato il primo caso di femminicidio di cui si è occupata la stampa. Giulia voleva solo vivere la vita a modo suo, con un matrimonio che le stava stretto e un amante che la schiacciava sempre di più. Quando tutto finisce Giulia si sente tranquilla e non vede la trappola davanti ai suoi occhi. Va all’ultimo incontro richiesto dal suo amante con la certezza che nulla di cattivo può arrivare da chi ti ha amato. Non prende le misure, va incontro al suo destino con la guardia abbassata. Muore uccisa da ventisette coltellate sferrate con furia dopo aver fatto l’amore con l’uomo che aveva deciso di lasciare. Dal 1911, anno in cui Giulia è stata uccisa, ad oggi, nulla è cambiato. Spesso l’amore è malato, marcio e infettato e quasi sempre sono le donne a pagarne le conseguenze. L’amore però ha anche altri modi per uccidere perché certi amori ti isolano e quando finiscono ti ritrovi vuota, sola e indifesa. Monica Guerritore in questo strepitoso libro racconta le storie di otto donne che hanno amato, che hanno abbassato le difese, che guardano la vita con gli occhi dell’amore ma che vengono annientate da uomini che ne spezzano il volo. L’autrice immagina di affiancare le protagoniste del libro accompagnandole verso quello che sarà l’incontro con il loro assassino. In questo percorso cerca di capire tutto ciò che le donne non riescono o non possono dire, cerca di capire il perché le donne continuano a non “vedere” che il loro amore le sta soffocando, opprimendo ed uccidendo. Un libro tanto crudo quanto duro, ma un libro che è un atto dovuto a tutte le donne perché tutti noi dobbiamo essere consapevoli di quello che alle donne accade.
Un racconto straordinario di donne prigioniere di amori straordinari.
Libro in collaborazione con LONGANESI
Titolo: Quel che so di lei
Autore: Monica Guerritore
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 29 Agosto 2019
N° pagine: 158
Casa Editrice: Longanesi