Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.
Il confine tra lotta al fascismo e lotta alla fame nei primi mesi del 1944 diventa sempre più sottile. Quasi indistinguibile.
Ignobile, infame, cruda e bastarda, la guerra è così, non ha nessun’altra definizione. Al fronte i soldati muoiono ma il Duce riesce ancora a tenere testa alla piazza, incita e sprona ma soprattutto ha trovato il modo di ammaliare le donne. Gli da dei ruoli come madri di futuri soldati, le fa sentire importanti, le considera le fondamenta del futuro e concede loro più libertà. Mogli, madri, ragazze giovani sempre di più aderiscono in migliaia al partito fascista perchè grazie al Duce il sabato le ragazze escono in pantaloni corti per andare a fare ginnastica, camminano da sole, assaporano la libertà finora negata. E’ proprio alla libertà che aspira Mara, tredici anni e mille sogni, lei ama il Duce e crede fermamente in quello che dice ma non vuole sposarsi giovane e fare figli per la patria, Mara vuole studiare, lavorare e diventare una donna libera e indipendente come la zia, sempre ben vestita e pettinata. Quando la morsa della guerra stringe gli effetti si fanno sentire oltre che al fronte anche nelle città: non c’è più lavoro, i negozi chiudono, manca persino il cibo. Quando nemmeno il mercato nero e la vendita delle ultime tazzine da caffè basta per racimolare un pò di pane duro Mara si rende conto che la guerra non sta procedendo come il Duce sostiene e inizia a capire che c’è un enorme abisso tra la povera gente che sta morendo di fame e la classe politica. Non una storia, ma La Storia ci viene raccontata da Ritanna Armeni in questo fantastico libro. La protagonista è Mara ma potrebbe essere ognuna delle nostre nonne, bisnonne, donne che hanno saputo tenere in piedi l’Italia nel momento più duro della storia. Un romanzo storico che alterna la fantasia ai fatti realmente accaduti, capitoli di racconti a brevi capitoli di note storiche. L’autrice con estrema intelligenza e bravura ha saputo raccontare i fatti mantenendo la narrazione neutrale, non ha dato giudizi personali, ha lasciato che la storia stessa, la storia scritta nel libri e studiata a scuola giudicasse il fascismo e ciò che ha comportato. La voglia di indipendenza di Mara mi ha catturata, mi ha fatto pensare a quanti hanno sofferto e sono morti per garantire a noi un futuro libero ed una nazione indipendente. Uno sguardo sulla guerra e sui suoi effetti devastanti che si consumano ovunque non solo al fronte. Una meravigliosa storia sull’importanza dello studio perché l’unica vera arma efficace contro la sottomissione è la cultura: leggere, conoscere, informarsi e non credere a priori a tutto ciò che viene raccontato sarà l’unico modo per essere sempre liberi.
Libro in collaborazione con PONTE ALLE GRAZIE
Titolo: Mara Una donna del Novecento
Autore: Ritanna Armeni
Genere: Narratica contemporanea
Pubblicazione: 13 Febbraio 2020
N° pagine: 204
Casa Editrice: Ponte alle Grazie