Guardate le stelle invece dei vostri piedi. Cercate di dare un senso a ciò che vedete e interrogatevi sull’esistenza dell’universo. Siate curiosi. Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare e in cui si può riuscire. Quello che conta è non arrendersi
Einstein sbagliò quando disse che Dio non gioca a dadi. La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonde gettandoli dove non possono essere visti.
Stephen nasce in inverno, l’8 gennaio 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, nella città inglese di Oxford, famosa nel mondo per la sua eccellente università. Da piccolo odia la scuola ma ama dare libero sfogo al suo ingegno costruendo impianti elettrici e idraulici nella casa delle bambole della sorella tanto da essere soprannominato “Einstein”. Fin da ragazzo è attratto dall’universo e orienta i suoi studi verso la cosmologia. A tredici anni iniziano i primi dolorosi sintomi della malattia che lo accompagnerà per tutta la vita. Con grande delusione del padre che è medico Stephen decide di studiare matematica. Al primo anno di college la malattia degenera e gli viene diagnosticata la AMP Atrofia Muscolare Progressiva e gli verranno ipotizzati solo due anni di vita. Stephen decide così di chiudere tutti i rapporti sia con gli amici che la sua sua fidanzata, ma Jane gli rimane accanto anche dopo aver saputo la diagnosi e nel giro di pochi mesi si sposano. Nonostante la malattia ebbe tre figli. In California Stephen mette a punto la sua celebre teoria sui buchi neri e ipotizza l’esistenza della radiazione che porta il suo nome. Esiste anche un altro argomento sul quale la comunità scientifica chiede a Stephen di prendere una posizione: Dio esiste? Stephen è ateo ma non esclude l’esistenza di una intelligenza superiore. La malattia lo debilita e aggrava sempre di più ma la testardaggine di Jane e la sua forza faranno si che possa continuare a studiare e insegnare. Uno scienziato non va mai in pensione, e infatti Stephen è ancora il direttore del Dipartimento di matematica applicata e Fisica teorica, quando il 14 marzo 2018, all’età di 76 anni, il suo cuore smette di pulsare. Coloro che hanno conosciuto Stephen si sono costantemente chiesti come sia stato possibile che sia vissuto così a lungo nonostante la sua terribile malattia. nessuno però ha trovato stupore per quanto abbia potuto essere attivo con il proprio cervello.
In collaboraizone con RISFOGLIA
Titolo: Stephen Hawking Il cosmo in testa
Autore: Alessia Scordia
Genere: Scienza e tecnologia per ragazzi
Pubblicazione: 16 Gennaio 2019
N° pagine: 61
Casa Editrice: Risfoglia