Franco Nembrini, da anni, tiene per tutta l’Italia un ciclo di lezioni su Dante e la Commedia. Alla fine di uno di questi incontri, a Roma, Nembrini è stato avvicinato da un ragazzo che gli ha detto che le sue parole gli avevano cambiato la vita. Questo ragazzo era Gabriele Dell’Otto, uno dei più importanti disegnatori del mondo, artista di punta delle due grandi casi editrici americane di supereroi, Marvel e DC. È nato così un progetto che è anche un sogno. Rivestire la Divina Commedia per portarla al grande pubblico, nel millennio che è appena iniziato. Dopo l’introduzione di Alessandro D’Avenia, ogni canto ha un’introduzione alla lettura scritta da Nembrini, il testo originale di Dante e, a fronte, una parafrasi in italiano contemporaneo, e una riproduzione delle tavole di Gabriele Dell’Otto che illustrano il contenuto del canto. Un progetto che continuerà, ovviamente, con Purgatorio e Paradiso.
Recensione
“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.”
Nel mezzo del cammin di nostra vita è il primo verso della Divina Commedia di Dante Alighieri; costituisce l’incipit del primo canto dell’Inferno e, per estensione, dell’intero poema.
L’Inferno è dunque la prima delle 3 cantiche, corrispondente al primo dei Tre Regni dell’Oltretomba visitato da Dante nel suo viaggio intrapreso per condurlo alla salvezza.
L’inferno dantesco, governato da Lucifer e luogo in cui dimorano i dannati viene descritto come… “una profonda cavità a forma di imbuto che si apre sotto Gerusalemme e raggiunge il centro della Terra. È composta da nove cerchi. Dante e Virgilio infatti percorrono il loro cammino girando lungo i gironi che pian piano si spingono a spirale giù in profondità. Man mano che si scende, i cerchi si restringono; infatti minore è il numero dei peccatori puniti nei cerchi, che via via sono più lontani dalla superficie. I cerchi più grandi si trovano più in alto perché più diffuso è il peccato che in essi è punito e maggiore è il numero dei peccatori condannati. Più si scende, più si è lontani da Dio e maggiore è la gravità del peccato punito. L’ottavo cerchio, detto Malebolge, ha una struttura articolata, composta da 10 fossati divisi da muretti sormontati da ponticelli.
Questa cavità sotterranea si è aperta quando Lucifero, cacciato dal Cielo dopo la sua ribellione a Dio, fu scaraventato al centro della Terra dove è tuttora confitto; la terra si ritrasse per il contatto col demonio e avrebbe formato il monte del Purgatorio, che sorge agli antipodi di Gerusalemme, nell’emisfero meridionale.
Sulla porta dell’Inferno c’è una scritta minacciosa di colore oscuro, che preannuncia a chi la attraversa le pene infernali e l’impossibilità di tornare indietro; la porta è scardinata e permette un facile accesso, ciò in quanto Cristo trionfante dopo la resurrezione la sfondò per andare nel Limbo e trarre fuori i patriarchi biblici. Non sappiamo dove si collochi con precisione questo ingresso, ma Dante e Virgilio impiegano quasi un giorno per raggiungerlo dopo l’episodio della selva oscura.
C’è un Vestibolo, detto anche Antinferno, dove si trovano gli ignavi. Questo luogo è diviso dall’Inferno vero e proprio dal fiume Acheronte, dove i dannati vengono traghettati da Caronte sulla sua barca. Il I Cerchio, detto anche Limbo (da «lembo», ovvero orlo estremo dell’abisso infernale), ospita i pagani virtuosi e i bambini morti prima del battesimo; queste anime non sono né dannate né salve e non subiscono alcuna pena, tranne il desiderio inappagabile di vedere Dio (Virgilio è una di esse).
Dopo il passaggio dell’Acheronte, i dannati giungono davanti a Minosse, custode del II Cerchio e giudice infernale. Le anime confessano tutti i loro peccati e Minosse indica qual è il Cerchio dove saranno destinati, attorcigliando la lunga coda intorno al corpo.
Da qui raggiungono il luogo in cui passeranno la loro eternità in totale sofferenza e agonia”.
Questo volume è uno scrigno meraviglioso che racchiude l’Opera più grande mai scritta.
Un volume di pregio in cui i disegni e le suggestive illustrazioni dell’Inferno Dantesco così come lui stesso lo aveva immaginato trasmettono la cura e l’attenzione posta nella posa in opera di questa edizione.
L’ attenta e costante spiegazione di Franco Nembrini accompagna il lettore pagina dopo pagina aiutandolo a scoprire o riscoprire, come nel mio caso, il viaggio piu straordinario di un uomo divenuto immortale per la genialità dei suoi scritti, ispirazione e modello di tutta la letteratura italiana
Titolo: Inferno
Autore: Dante Alighieri
Genere: Classico
Pubblicazione: 19 maggio 2020
N° pagine: 744
Casa Editrice: Mondadori