Avventurarsi in un viaggio a piedi semplicemente per fare una vacanza diversa dal solito e accorgersi, strada facendo, di aver intrapreso qualcosa di diverso, un “viaggio” interiore e profondo nei meandri più nascosti dell’anima. Scoprire che la solitudine e il silenzio acuiscono le sensibilità, troppo spesso mortificate da una quotidianità schizofrenica, e che la “lentezza” non è un difetto ma una formidabile lente di ingrandimenlentezzato sul mondo, sulle persone e soprattutto sulla nostra vita. Sentire improvvisamente l’urgenza di “rallentare” per non perdersi i momenti per i quali vale davvero la pena vivere e comprendere che la “lentezza” è una medicina in grado di guarirci dalla frenesia del vivere e di avvicinarci al “Senso” dell’esistenza.
Senza emozioni siamo corpi animati e perfettamente addestrati a svolgere il nostro compitino, ma vivere è un’altra cosa…”
Quando ho sfogliato per la prima volta questo libro devo ammettere di aver pensato ad un diario di viaggio, all’ennesimo resoconto di un cammino estivo o di un pellegrinaggio su uno dei percorsi che più o meno tutti conosciamo. Addentrandomi nella lettura non ci ho messo molto a capire che, invece, si trattava di qualcosa di molto diverso e come il viaggio a piedi fosse solo l’occasione per l’autore di porre una serie di domande sul senso della vita. Non di un viaggio a piedi si tratta o, almeno, non solo, perché mano a mano che si procede nella lettura l’autore va sempre più in profondità, fino a trasformare la sua avventura in una esplorazione della propria interiorità e, allo stesso tempo, in una vibrata critica al modello di vita che più o meno tutti siamo costretti a condurre. Vale la pena di vivere così velocemente come tutto e tutti ci richiedono, correndo il rischio di perdere i rari momenti per i quali vale davvero la pena vivere? Abbiamo davvero la possibilità di pensare, di dedicare la giusta attenzione alla nostra sfera emotiva, oppure è vero che la nostra esistenza somiglia piuttosto ad una malata forma di sopravvivenza? Queste sono alcune delle domande che l’autore propone con semplicità e che hanno la forza di farci mettere in discussione il nostro modello di vita. Con una scrittura delicata e armoniosa l’autore ci porta attraverso il suo viaggio interiore alla ricerca e alla scoperta dell’uomo che avrebbe sempre voluto essere. Le pagine scorrono lievi come il cammino, raccontandoci un pò del paesaggio che lo circonda e dei suoi pensieri più intimi. Attraverso gli occhi di Enrico ho potuto vedere luoghi a me sconosciuti e attraverso le sue parole, come nel precedente libro, mi è sembrato di poter conoscere veramente le persone da lui incontrate. Una storia che mi ha molto emozionata perché il suo viaggio è un pò il nostro viaggio e perché spesso allontanarsi non significa perdersi ma ritrovarsi.
Titolo: L’inganno della lentezza
Autore: Enrico Tommasi
Genere: Narrativa contemporanea
Pubblicazione: 29 Maggio 2020
N° pagine: 174
Casa Editrice: Primiceri