Per dodicimila anni il Primo impero galattico ha governato su duecento milioni di mondi, in modo a volte tirannico, a volte benevolo, garantendo sempre ordine e civiltà. Poi è crollato, gettando la galassia nello sfacelo. Ma che cos’è accaduto prima della sua caduta? “Le correnti dello spazio” e “Il tiranno dei mondi” raccontano degli anni in cui Trantor, il pianeta-capitale, si stava espandendo e avviando a diventare un impero, mentre “Paria dei cieli” (il primo romanzo scritto da Asimov) mostra il Primo impero galattico al culmine della sua potenza. La storia galattica, la sua politica e i suoi conflitti sono l’immenso scacchiere su cui si gioca una vera e propria “partita cosmica” e maturano avvenimenti il cui significato sarà inizialmente avvolto nel mistero. Ideale completamento del “Ciclo delle Fondazioni”, questi tre romanzi, ricchi di indimenticabili personaggi, offrono un panorama completo della saga asimoviana.
Recensione
Dopo “Fondazione. Il ciclo completo” è arrivato in libreria il 1 settembre ” Il Ciclo dell’Impero”, una serie composta da tre romanzi di fantascienza scritti da Isaac Asimov tra il 1950 e il 1952.
“Le correnti dello spazio”, “Il tiranno dei mondi” e “Paria dei cieli sono tutti ambientati nello stesso futuro del ciclo della Fondazione ma i due cicli sono diversi, raccontano storie diverse e sono indipendenti l’ uno dall’ altro così pure i singoli racconti, accomunati solamente da alcuni particolari presenti nei diversi volumi. Innanzitutto partiamo dalle trame:
Ne ” Le correnti dello spazio” uno scienziato terrestre invia, prima di atterrare sul pianeta Sark, un messaggio urgente: il vicino pianeta Florina sarebbe vicino alla distruzione. Egli viene però catturato da un misterioso personaggio e sottoposto a un trattamento che gli provoca la perdita della memoria e di alcune facoltà intellettive. Viene ritrovato in stato semivegetativo nei pressi di un villaggio di Florina dal Borgomastro Myrlyn Terens e dall’operaia tessile Valona March, i quali se ne prendono cura e gli danno il nomignolo Rik.
Un anno dopo, Rik comincia a ricordare brandelli del suo passato, sicché i tre, assieme a diversi agenti segreti di Trantor, grande potenza interplanetaria, cercano di indagare sul pericolo che incomberebbe su Florina. Alla questione si interessa non poco anche Fife, il più potente e ricco dei cinque signori feudali di Sark, dal momento che Florina è l’unico mondo su cui si coltiva il kyrt, una pianta dalle cui fibre, opportunamente lavorate negli opifici, si ricava il tessuto più pregiato della Galassia, fonte primaria della potenza economica di Sark.
Fra una scia di omicidi, intrighi e peripezie dei protagonisti, che coinvolgono anche Samia, la figlia prediletta di Fife, la resa dei conti avviene nell’Ambasciata trantoriana su Sark, dove Valona smaschera Terens e il suo ingenuo piano per liberare Florina dal dominio sarkita, mentre l’ambasciatore Abel, con l’aiuto di un altro scienziato, Junz, fa luce su ciò che Rik aveva scoperto prima del trattamento: una corrente spaziale di atomi di carbonio, attraversando il sole di Florina, ne avrebbe causato una spaventosa e improvvisa esplosione. Florina viene perciò evacuato e Fife rinuncia definitivamente al suo monopolio sul kyrt e al suo potere economico sui mondi vicini, dando così via libera alla definitiva affermazione dell’Impero di Trantor su tutta la Galassia.
Nel secondo romanzo, “Il tiranno dei mondi” si narra che Biron Farrill è il figlio dell’ex-governatore del pianeta Widemos, arrestato dai Tirannici, dominatori dei Regni Nebulari, in cui è compreso anche Widemos, per avere cospirato contro la loro supremazia militare. Biron è vittima mancata di un attentato con bomba a radiazioni sulla Terra. Un suo conoscente di nome Sander Jonti lo informa dell’arresto e dell’esecuzione del padre e lo esorta a lasciare urgentemente l’università della Terra, in cui studiava, per evitare di essere a sua volta arrestato dai Tirannici, che hanno agenti su molti mondi anche al di fuori dei loro domini.
Jonti gli consiglia di andare sul pianeta di Rhodia, governato da un uomo giudicato stupido e servile: Hinrik. Quest’ultimo, secondo Jonti, è colui che ha denunciato suo padre ai Tirannici. Effettivamente i Tirannici, guidati dal commissario politico Aratap, arrivano alla corte di Rhodia e cercano di arrestare Biron. Tuttavia quest’ultimo riesce a fuggire con il cugino di Hinrik, Gillbret, e la figlia del governatore, Artemisia, rubando l’astronave del commissario Aratap. Gillbret racconta poi agli altri due passeggeri dell’astronave la sua storia su un pianeta che preparava in segreto una ribellione per attaccare i Tirannici, dominatori del settore. Egli, vent’anni prima, era capitato per sbaglio su questo pianeta, dopo un incidente che aveva ucciso i piloti Tirannici del “Succhiatore di sangue”, un veicolo spaziale sul quale viaggiava. Gli abitanti del pianeta l’avevano lasciato in vita e, dopo averlo narcotizzato per impedirgli di scoprire l’esatta localizzazione del loro mondo, l’avevano riportato su Rhodia. Gillbret ha atteso per anni di poter lasciare Rhodia per cercare quello che chiama “il Mondo della Rivolta”, dato che sui pianeti dominati dai Tirannici è proibito imparare a pilotare un’astronave: Biron sa farlo perché ha studiato sulla Terra.
L’astronave pilotata da Biron, intanto, si dirige verso Lingane, che, ipotizza Gillbret, potrebbe essere il pianeta della resistenza (essendo l’unico dei Regni Nebulari ad avere mantenuto una certa indipendenza dai Tirannici). Qui Biron, Gillbret e Artemisia incontrano Sander Jonti, che si rivela essere in realtà l’Autarca del pianeta. Jonti, che sta preparando a sua volta una rivolta contro i Tirannici, afferma di non essere in contatto diretto con il “Mondo della Rivolta”, ma dice di avere un’ipotesi in base alla quale il pianeta della resistenza si trova nella Nebulosa Testa di Cavallo, e invita i tre a seguirlo per cercarlo. Nel corso della ricerca, tuttavia, su un pianeta disabitato, Jonti cerca di uccidere Biron, ma questi viene salvato dal secondo di Jonti, Rizzett. Si scopre infine che il vero traditore non era Hinrik, ma Jonti, che aveva fatto uccidere dai Tirannici il padre di Biron perché era troppo popolare e minava la sua autorità tra i ribelli. Il commissario Aratap, che ha seguito fin dall’inizio la spedizione grazie a un localizzatore collocato sull’astronave rubata, sbarca sul pianeta deserto con una flotta di astronavi Tiranniche e imprigiona tutti, poi prosegue la ricerca del pianeta ribelle per distruggerlo. Ma al termine della ricerca si scopre che il pianeta non si trova tra i mondi, situati all’interno della Nebulosa, di cui Jonti aveva le coordinate stellari e Aratap conclude che il “Mondo della Rivolta” non esiste ed è solo una fantasia o un’allucinazione di Gillbret. Jonti, passato al nemico, viene poi ucciso per vendetta da Rizzett, e a questo punto Aratap lascia Biron e Artemisia liberi di tornare su Rhodia, dato che, morto l’Autarca, l’apparente centro di ribellione, Lingane, è stato reso inoffensivo. In un colpo di scena finale Biron rivela che Hinrik, in realtà forte, determinato e per niente stupido, recitava da anni una parte ed era il capo del “Mondo della Rivolta “, che si scopre essere proprio Rhodia.
Infine, nell’ ultimo racconto, “Paria dei cieli” Joseph Schwarz, un modesto sarto in pensione nella Chicago del Secondo Dopoguerra, si trova a passeggio nei giardini della locale università, presso il Dipartimento di Fisica, quando a seguito di piccolo incidente durante un esperimento in un vicino laboratorio, egli viene investito da un lampo luminoso e catapultato in un futuro remotissimo. Il malcapitato si trova in una Terra arida e semi desertica e i pochi abitanti parlano una lingua a lui incomprensibile.
È il nono secolo dalla proclamazione dell’Impero galattico e il nostro è un mondo periferico, radioattivo e dimenticato.
Nel frattempo giunge da Sirio l’archeologo Bel Arvardan, giovane e idealista, convinto di rinvenirvi le tracce originarie della specie umana.
Schwartz trova ricovero presso una coppia di contadini che lo credono un mentecatto; dal momento che necessitano di braccia per i campi, lo conducono all’Istituto di Neurologia del dottor Shekt, per essere sottoposto al trattamento di un’apparecchiatura sperimentale semi segreta, atta a potenziare l’apprendimento umano.
Ripresosi in pochi giorni, Schwartz si rende conto di essere una cavia e fugge via. Arvardan nel frattempo compie un giro delle principali città della Terra, ridotte a poco più che villaggi. Apprende della crudele tradizione dell’eutanasia per gli individui giunti al sessantesimo anno di età, ha discussioni animose con dei locali e infine si imbatte in Pola, la figlia del dottor Shekt, della quale resta affascinato, aiutandola a recuperare lo spaurito Schwartz.
Di nuovo a casa del contadino, lo sfortunato impara rapidamente la lingua dell’epoca e apprende diversi particolari che gli chiariscono quanto accadutogli; al tempo stesso, si rende conto di aver acquisito la misteriosa facoltà di entrare in contatto con le menti altrui. Realizzando con terrore che la sua presenza è illegale in quanto ha superato da tempo i sessant’anni, egli tenta di fuggire.
Schwartz viene catturato dal perfido Balkis, membro della Società degli Anziani e Segretario del Gran Ministro terrestre, che lo faceva sorvegliare assieme ad Arvardan e Shekt, ritenendoli spie dell’Impero. Prima di essere imprigionati, però, Arvardan, Shekt e Pola scoprono che Balkis è a capo di una cospirazione volta a diffondere per la Galassia un virus mutante, innocuo per i terrestri ma letale per tutti gli “esterni”.
Con l’aiuto dei poteri mentali di Schwartz, gli ostaggi riescono a liberarsi e consegnare Balkis alle autorità imperiali. La popolazione terrestre insorge per il rilascio del suo ministro che il procuratore imperiale Ennius, senza un riscontro e scettico sulla storia del complotto, è pronto a disporre.
Non resta a Schwartz che farsi allontanare da tutti gli altri e stroncare il complotto personalmente, sfruttando i propri poteri. L’arrogante Balkis, convinto del proprio trionfo, dichiara al procuratore il suo piano ma una volta appreso lo smacco viene imprigionato. L’umanità è salva.
Quello narrato da Asimov è un mondo straordinario, costellato di mondi diversi e peculiari, straordinariamente costruito in ogni suo elemento portante tanto da considerarlo davvero esistente.
L’Impero Galattico è un vasto impero che copre l’intera via Lattea, cui appartengono quasi tutti i pianeti colonizzati dall’uomo. La sua descrizione è chiaramente ispirata alla storia dell’Impero romano. A differenza della maggior parte degli imperi galattici descritti nella fantascienza più recente, l’Impero Galattico asimoviano non è caratterizzato negativamente ed è un’istituzione generalmente benigna.
La capitale dell’Impero Galattico è Trantor, un pianeta interamente ricoperto da un’enorme
megalopoli, chiamata Ecumenopoli, situato in prossimità del centro galattico. Vi si trovano la residenza dell’Imperatore e gli organi di controllo amministrativo dell’Impero. La maggior parte della popolazione della Galassia risiede nella parte centrale della Spirale.
Come in tutti i suoi scritti Asimov tocca temi importanti e attualissimi come
i viaggi nel tempo, la Terra radioattiva, le discriminazioni razziali e i poteri telepatici
L’ estrosita’ e la genialità narrativa di Asimov non ha proprio bisogno di presentazione poiché parla da se’: impossibile non sgranare gli occhi leggendo le sue storie, impossibile non restarne affascinati e infinitamente innamorati.
Finalmente ora, grazie alla Mondadori, “Il ciclo delle’ impero” ha il suo riconoscimento grafico in questa edizione stupenda, curata minuziosamente sotto ogni aspetto.
Se siete come me grandi amanti di questo straordinario autore , maestro indiscusso del suo genere, non potete assolutamente perdervi la possibilità di avere nella vostra libreria un vero è proprio gioiello letterario come questo.
Copia per la recensione fornita da Mondadori