Fu così che arrivò la tempesta.E ci trovò tutti con il naso all’insù. Eravamo talmente allucinati dai boschi verticali, che ci eravamo dimenticati di quelli orizzontali, degli uomini e delle vigne, delle foreste, dei fiumi, della natura, della tutela della salute. Non eravamo educati, non eravamo pronti.Abbiamo fatto i conti con la paura, la solitudine, il dolore, la rabbia,la lontananza, i rimpianti, la vergogna, l’incertezza.Abbiamo riscoperto il vero amore, la forza invincibile della famiglia,il valore della solidarietà, il dolce gusto della gratitudine.Ci siamo piegati, abbiamo pianto, non ci siamo spezzati.E siamo ancora qui, come prima, più di prima.
Non siamo i padroni di ogni cosa, non siamo immortali, non siamo al di sopra delle leggi della natura. Siamo foglie al vento.
All’inizio era un una raffreddore, una lieve influenza come tutte le altre. Non eravamo pronti, non eravamo preparati a farci travolgere dalla tempesta umana e mediatica, nessuno lo era. I media hanno abbattuto le nostre sicurezze e quelle immagini delle bare che sfilavano per le città ci hanno fatto capire che siamo uguali, siamo tutti uguali nel dolore e nella sofferenza. Con una premessa molto più importate di questa inizia il lungo racconto di Carmelo Abbate che ancora una volta si fa portavoce di chi voce non ne ha più, di chi non ha nemmeno la forza per andare avanti e nemmeno il coraggio di guardare in faccia la morte. La scelta più coraggiosa l’ha fatta lui, ha scelto di non far finta di non ricevere lettere, mail o messaggi, ha guardato in faccia questa tempesta con gli occhi di tutti quelli che gli hanno scritto. Per ogni lettera che apriva altre dieci ne arrivavano, per ogni mail che leggeva altre cento ne affollavano la casella di posta. Ha scelto di combattere, di vivere sul suo corpo e sul suo cuore ogni dolore e tormento di chi ha riposto in lui la sua speranza di poterne uscire vivo. Ha letto di lacrime, di dolore, di lutti e di silenzi ma ha anche letto di gioie, di ringraziamenti, di forza e coraggio. Come sempre non ha fatto nessuna distinzione, di nessun genere e non ha giudicato, non ha accusato ne lodato, si è fatto voce per tutti anche chi forse non lo meritava. Tutto queso impossessarsi dei sentimenti altrui lo ha poi pagato con il suo dolore, con il suo non dormire, non mangiare ma leggere e leggere di continuo, per dare a tutti la stessa possibilità. Una storia fatta di storie tutte diverse ma tutte che riguardano lo stesso momento, l’incontro con questo virus che di punto in bianco ci ha fatto tanta paura. E poi lui, Carmelo Abbate che con il suo coraggio ha trovato la forza per ringraziare tutti noi, tutti quelli che gli scrivono e lo seguono, tutti quelli che in un qualche modo lo spingono ad andare avanti a non molare mai, per lui, per loro per tutti noi, perché prima o poi gli altri siamo noi.
Titolo: E poi tutti bene
Autore: Carmelo Abbate
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 14 Luglio 2020
N° pagine: 258
Casa Editrice: Amazon