Un amore assoluto lega uno scrittore e una donna molto più giovane di lui. In riva al mare del Salento, in un mattino d’inverno, i due amanti disvelano il loro passato e cercano di capire se il loro amore è più forte del segreto che quel passato nasconde.Il quinto romanzo di Marco Lugli sembra indicare la necessità di un ritorno alle tematiche dei primi due lavori: l’esplorazione profonda del rapporto di coppia, il racconto senza sconti della potenza taumaturgica e distruttrice dell’essere amati e innamorati. L’autore però scrive questa storia attingendo dal bagaglio della recente e fortunata esperienza di giallista. Il risultato è un racconto sincopato, un dilemma fatto di sospensioni, stalli e ripartenze che mantiene il lettore, così come i protagonisti, in bilico tra il desiderare di conoscerne la soluzione o fare finta che essa non esista
“Ipazia ha trent’anni. Venti meno di me. Nel guardarla vedo la mia gioventù, quella che mi scoccia avere solo dentro e non di fuori. Chissà cosa vede, lei, quando le sto di fronte come adesso. Chissà se anche oggi saprà leggermi sotto pelle e anticipare ogni mio inciampo.”
Recensione
Di storie d’amore sbagliate i libri ne sono pieni ma questa può essere definita la più sbagliata tra tutte quelle sbagliate. Il problema non è la differenza di età tra Ipazia e il professore, in effetti vent’anni sono molti ma sono comunque un ostacolo sormontabile, il problema sta nel loro passato. Il professore torna in Salento ogni volta che può, perché l’amore per Ipazia e per il mare sono due legami profondi nel suo cuore. Il Salento d’inverno è qualcosa che ammalia profondamente la sua anima, il sole splende e seduce come l’estate ma ancora non ne possiede il calore. Ipazia è ciò che lui vorrebbe essere: giovane e con ancora molto tempo a disposizione. Ma lui il tempo l’ha consumato, un po’ l’ha vissuto mentre una parte l’ha solamente subito. Infatti nulla ha potuto fare da giovane quando Maria, la sua Maria lo ha lasciato, all’improvviso e senza nessuna spiegazione. Andarsene era l’unica cosa sensata almeno fino ad oggi. Dopo così tanti anni si ritrova ancora a pensare a quell’amore, a quella donna che gli si era attaccato alla cute come il mastice, e quado se n’è andata lo ha fatto lacerandolo, lasciando la sua carne viva scoperta alla sofferenza di un’esistenza solitaria. Ripercorre minuziosamente gli ultimi istanti della loro storia fino a rendersi conto che ciò che gli ha permesso di diventare famoso, ciò che ha fatto la fortuna della sua carriera è stata invece la rovina del suo più grande amore. E’ inutile continuare a pensarci perché tanto lei non c’è più ma ha lasciato a lui qualcosa di ancora più grande. La matematica non sbaglia e i conti tornano tutti così si ritrovano entrambi a dover decidere del loro futuro proprio davanti a quel mare che tanto inganna quanto amano. Il tarlo quando si insinua non va più via ma ciò che entrambi continuano a chiedersi è se sia meglio sapere oppure non sapere. L’ autore ha scritto questa meravigliosa storia in maniera incalzante, un alternarsi di lui e lei, di presente e passato, di bisogno di sapere e capire ma soprattutto di scoprire la verità. Nel leggere questo romanzo ho percepito il freddo dell’inverno, tra le pagine sentivo i granelli di sabbia e le gocce di pioggia sul viso. Il finale è qualcosa di travolgente, l’impeto della tromba d’aria l’ho sentito anche nel cuore, nxora di più nelle viscere e più lei si avvicinava al mare più la sentivo stringermi lo stomaco. Finito il libro è passta la tempesta, è tornata la quiete ma in bocca è rimasto ils apore del sale……
Titolo: Le Comete
Autore: Marco Lugli
Genere: Romanzo
Pubblicazione: 31 gennaio 2019
N° pagine: 250
Casa Editrice: Indipendently published