Il romanzo di formazione di un ragazzo degli anni ’80 in una Milano insolita e inedita, molto diversa dalla città da lui sognata. È nelle zone d’ombra di questa città che si svolge la storia vera di Enrico, studente salernitano nonché uno dei “Ragazzi della via Boeri”. Per quasi cinque anni alloggerà in un modesto pensionato dell’Opera Cardinal Ferrari, simbolo dell’accoglienza milanese che fa da sfondo al suo incontro con “le tonalità più varie dell’arcobaleno del genere umano”. Protagonista di infinite avventure tragicomiche, Enrico deve la formazione dell’uomo che diventerà anche, e soprattutto, all’altro lato della storia, alla conoscenza di quel sottobosco ignorato che vive spingendo un misero carrello. Non farà che ammantare di sensibilità e di emozioni positive la percezione della vita reale.
Nel corso dei mesi successivi, rivedendo gli ammessi al collegio Augustinianum, che aveva respinto me e i miei nuovi amici, ebbi la conferma definitiva che essere capitato al Trezzi era stata una gran fortuna, la prima vera promozione della mia vita.
Testa o cuore? Avrei potuto lanciare una monetina ma sarebbe stato inutile perché tra le ragioni della testa (quasi sempre esatte) e quelle del cuore (quasi sempre disastrose) si sa che vince sempre il cuore e qualsiasi fosse stato il responso della monetina, oramai la decisione l’avevo già presa. Il dilemma stava tutto nel leggere o non leggere questo libro che puntualmente appariva sotto i miei occhi qualsiasi cosa cercassi tra i post pubblicati, così mi sono arresa: se deve essere che sia. Dicono che al cuor non si comanda e mi sa che dicono proprio la verità. Ed è proprio il cuore, assieme alla goliardia e alla spensieratezza ciò che unisce questi giovani ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia, partiti con il sogno di vivere la Milano più bella e finiti a dividere il dormitorio con lavoratori stagionali e mendicanti occasionali. Per alcuni di loro l’università è motivo di sacrificio per altri semplice scusa per poter vivere distanti dalla famiglia perché ancora per poco quella di provenienza sarà definita tale e, lentamente senza che nessuno di loro se ne accorga, il loro legame e quelle squallide camere con bagno al piano in comune ne prenderà il posto affettivo. Una meravigliosa storia di un legame forte, tutt’oggi esistente, che azzera le distanze, il colore della pelle e le cadenze linguistiche perché ognuno di loro ha smesso di essere un singolo ed è diventato una parte importante di qualcosa di più vero e indissolubile: i Trezzini. Un romanzo incredibilmente intenso e profondo, dove ridere diventa impossibile ma che tra battute spiritose e assurde partite di pallone si nascondono le debolezze e i veri desideri di ognuno di loro. L’autore con grande maestria ha saputo raccontare la quotidianità di quel luogo rendendolo quasi vero e man mano che leggevo la storia mi è sembrato di conoscere i personaggi e di poter guardare attraverso le finestre del Trezzi, camminare nelle loro camere e sbirciare dentro le loro valige. Ho amato questo romanzo che ha saputo creare un legame tra il sorriso e l’anima, dove solo alla fine l’autore si racconta e si lascia finalmente andare a tutti quei ricordi che nel tempo aveva voluto dimenticare ma che vissuti troppo intensamente per liberarsene per sempre. Una bellissima storia di valori che conferma che il tempo non scalfisce i legami forti e veri e che, ancora una volta, il mio cuore aveva ragione.
Titolo: I ragazzi della via Boeri
Autore: Enrico Tommasi
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 6 Giugno 2019
N° pagine: 184
Casa Editrice: Primiceri Editore