«Grazie ai miei studenti ho capito che insegnare significa innanzitutto schierarsi. Scegliere questo lavoro vuol dire decidere con quale sguardo interrogare il mondo e tentare di costruire delle risposte di buon senso. Sentivo e sento tuttora che devo a loro questo impegno. Credo che la scuola debba ripartire da qui per riscoprire la sua bellezza, il suo senso profondo e con esso un po’ di gioia.». Davide Tamagnini è salito alla ribalta dell’opinione pubblica per il suo metodo didattico, che capovolge il modo tradizionale di esercitare l’insegnamento. In una scuola primaria in provincia di Novara, Davide è riuscito a costruire un percorso didattico innovativo e sperimentale, la cui punta dell’iceberg è la scelta di abolire i voti, ma non la valutazione. La pagella si presenta innanzitutto con tre colori: verde, giallo e rosso. Ogni colore indica il margine di progresso raggiunto o il miglioramento raggiungibile in una certa area dell’apprendimento. Ma è l’intero approccio di Davide all’insegnamento a essere innovativo: «Per portare la parola ‘felicità’ dentro le mura scolastiche dobbiamo demolire il paradigma che lega scuola e noia. Si tratta di sconvolgere pratiche e credenze sedimentate per ricostruire un percorso in cui ciascuno si senta protagonista dell’apprendimento».
A me interessa, ma non è per me che dovete fare questo; fatelo per voi, perché dovete avere cura di voi stessi, dei vostri sogni, dei vostri bisogni e della vostra storia, fosse solo per darle una direzione diversa. Questo è il minimo e ve lo dovete garantire. Altrimenti siete fottuti, non nell’esame, ma nella vita.
Se ripensiamo ai nostri anni di scuola ci rivediamo lì, in una classe, in un banco vicino ad altri banchi, lì seduti da questa parte mentre dall’altra c’è la cattedra. Elementari, medie, superiori, sempre tutto uguale, l’insegnante spiega mentre gli alunni ascoltano. Insegnanti e alunni sono sempre stati su due piani diversi: l’insegnate sa mentre gli alunni non sanno. Davide Tamagnini invece pensa che questo modo di insegnare sia sbagliato, sia superato, che non è il sentirsi superiori agli alunni che fa di un insegnante un bravo insegnante, anzi è proprio il sentirsi alla pari che fa sentir un insegnante più vicino ai suoi alunni. I ragazzi hanno bisogno che i loro insegnanti siano come un bastone che li sorregge, li aiuta nei momenti di sconforto e non un bastone che li colpisca solo perché non ricordano una data di storia. Per l’autore la condivisione che avviene (o che dovrebbe avvenire a scuola) non è come la matematica, non divide, ma moltiplica. Nelle classi si apre un mondo di relazioni, di incontri che ti cambiano e ti aiutano a sopravvivere al mare dell’indifferenza. Gli insegnanti dovrebbero essere delle mani tese unicamente per aiutare ciascun alunno a rialzarsi e a non camminar da solo. L’autore è un insegnante che crede nella potenza della parola, del mettersi in discussione e del prendersi delle responsabilità dentro cornici di libertà. Un meraviglioso racconto personale su chi facendo il lavoro di insegnante da molti anni è convinto che perché qualcosa nelle scuole cambi devono prima cambiare gli insegnanti e anche i genitori. Se si vuole veramente aiutare i bambini a migliorare e ad essere persone migliori, allora per primo deve essere l’insegnante ad essere migliore o almeno a provarci. Un libro semplice ma che tocca un tema fondamentale come l’istruzione scolastica e l’importanza della figura dell’insegnante sui bambini e ragazzi. Un piccolo diario della sua esperienza sia come insegnante che come uomo, un nuovo modo di concepire la scuola, un modo più vero e umano. Un libro per tutti perché tutti avremmo voluto un insegnante come Davide.
Libro in collaborazione con LONGANESI
Titolo: Continuerò a sognrvi grandi. Storia di una rivoluzione tra i banchi di scuola.
Autore: Davide Tamagnini
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 5 Settembre 2019
N° pagine: 236
Casa Editrice: Longanesi