Emma, quarant’anni, felicemente sposata, tre figli, incontra lo sguardo di uno sconosciuto nella brasserie della cittadina in cui vive. E in un istante, capisce. Capisce che per quell’uomo è disposta a rischiare ogni cosa. Il matrimonio. La sicurezza. La serenità di coloro che ama più di se stessa. Quando lui dimostra di ricambiarla, Emma chiude gli occhi, spalanca il cuore e fa il grande salto. “Danzando sull’orlo dell’abisso” è il racconto di quel salto. Di cosa accade quando l’amore, la consuetudine, le fondamenta stesse di un’esistenza, vacillano sull’orlo di un abisso che tutto promette e tutto minaccia di inghiottire. Con precisione chirurgica e straordinaria sensibilità poetica, Grégoire Delacourt mette in scena la vertigine del desiderio, le conseguenze della libertà e l’intensità del momento in cui capisci che “il presente è l’unica eternità possibile.
Mio marito non mi aveva né legato né rinchiuso, e ciò nonostante stavo scappando.
Non sanno amare. Ci sono uomini che non sanno amare o almeno per loro è più facile amare gli oggetti che le persone. Oliver è uno di questi, è un padre che non ha mai tempo per portare i figli a pescare o al cinema ma ha il tempo per far fare loro un giro sulla sua nuova auto di lusso. Diversa è Emma, moglie di Oliver e madre dei loro due figli. Per lei amare è un sorriso, una carezza inaspettata, un abbraccio al mattino. Per lei amare è nei piccoli gesti. Emma si è dedicata ai figli e a coprire le assenze di Oliver mentre lui si è dedicato solamente alla sua carriera. Lei si sente vuota lui si sente pienamente appagato. Emma non sa che la sua vita sta andando verso l’abisso, che tutto quello che ha fatto fino a quel giorno non le servirà a nulla perché da ora in poi dovrà fare l’equilibrista tra le lacrime e i sorrisi, il dolore e la speranza, tra la vita e la morte dell’anima. Lasciare tutto per lasciarsi andare, abbandonarsi per una volta alle vertigini, al piacere, alla libertà ed anche al dolore. E’ questa la sua scelta ed è consapevole che ne pagherà le conseguenze. Non ha paura di cadere nel vuoto perché per una volta spera che quel vuoto le porti un pò di felicità. Immagina nuove albe, nuovi viaggi, nuovi abbracci e per un instante, un solo istante ne è vicina, talmente vicina da poterne sentire il calore sul viso ma il destino decide per lei, che il suo momento di felicità ancora non è arrivato. Emma allora sopravvive, al dolore, al mancato amore, sopravvive in una roulotte a guardare le albe e i tramonti da sola, aspettando che qualcosa accada perché lei ha terminato la forza oltre che alla speranza. Questo libro non è solo un romanzo, è una poesia, una dichiarazione d’amore all’amore stesso, alla voglia di sentirsi amati e considerati. Una storia dolorosa sui legami lunghi, quando l’amore finisce e il coraggio di ammetterlo. Una storia sulla forza della vita e l’arroganza del destino, perché entrambi giocano e si fanno beffe di noi ma quasi sempre la vita poi restituisce. Questo romanzo mi ha spezzato il cuore, prima mi ha illusa e poi mi ha ferito. L’ho amato e odiato perché non si può giocare con i sentimenti delle persone, nemmeno se sei la vita stessa. L’ho divorato, l’ho divorato perché scritto in maniera meravigliosa e perché staccarmi era impossibile. Conosco i vuoti e i silenzi di Emma, mi ci sono rivista e come lei non chiedo molto, non cerco un amante, cerco una vertigine.
Libro in collaborazione con DEA PLANETA
Titolo: Danzando sull’orlo dell’abisso
Autore: Grégiore Delacourt
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 3 Settembre 2019
N° pagine: 235
Casa Editrice: DeA Planeta