Perù, 1986. Quando Laila viene ricoverata nella clinica neurologica di Lima non passa inosservata: la figlia di un diplomatico finlandese e i suoi capelli biondissimi incuriosiscono i giovani pazienti del reparto Pediatria. Specialmente El Rato, il ragazzino con la lingua più lunga che Laila abbia mai conosciuto. I due si imbattono per caso in uno strano diario, scritto nel 1941 da un certo dottor Clarke, e restano affascinati dal disegno di un raro fiore usato dagli sciamani della tribù di K., che secondo le annotazioni di Clarke ha un grande potere curativo. Proprio in quel momento per Laila arriva la diagnosi: i medici sono finalmente riusciti a dare un nome alla sua malattia, un nome che non lascia speranze. O forse no. C’è ancora una cosa che i due amici possono fare, insieme: ritrovare il Fiore Perduto che, forse, può guarire Laila. E cambiare il destino di entrambi. Inizia così un viaggio lungo e inaspettato che li porterà dalle Ande alla foresta amazzonica, sfidando terroristi, trafficanti di droga e una natura maestosa e terribile.
Età di lettura: da 12 anni.
Recensione
“Il fiore perduto dello sciamano di K” è un romanzo d’avventura middle grade avvincente ed emozionante che racconta la storia di chi combatte fino all’ ultimo e non si arrende mai, neppure quando la vita ti vuole portar via tutto.
Viene infatti narrata la storia di due ragazzi, Laila e El Rato, che dopo una diagnosi che non lascia speranze, scappano dal reparto di pediatria dell’ ospedale dove Laila è ricoverata per andare alla ricerca di un fiore perduto che, a detta del dottor Clarke, sembra, per loro, essere l’ unica possibilità di guarigione.
Affrontare una tematica così difficile come quella di una malattia è sempre un azzardo, a maggior ragione se per quella malattia non esiste cura ed a soffrirne è un bambino.
È difficile trovare i termini giusti per spiegarla, sopratutto ad un giovane pubblico, senza fare l’ errore di cadere in complicate spiegazioni medico-scientifiche che potrebbero appesantire il racconto.
E’ complicato scegliere le parole giuste per elaborare una trama che sia interessante ma che non pregiudichi o addirittura sminuisca un argomento così delicato come una malattia.
Con mia grande e piacevole sorpresa, l’ autore è riuscito invece ad elaborare, con rispetto ed eleganza, una storia che tratta di una difficile malattia, affiancandola ed intrecciandola ad una avventura mozzafiato dove ciò che colpisce maggiormente è l’ ambientazione meravigliosamente ricreata.
Seguiremo, infatti, i due piccoli protagonisti in luoghi tanto meravigliosi quanto suggestivi, un vero sogno ad’ occhi aperti, con scenari mozzafiato che trasporteranno il lettore in una natura sconosciuta ed incontaminata.
Ad amplificare l’effetto paesaggistico del romanzo, ci pensano le meravigliose raffigurazioni contenute all’interno del libro, splendide illustrazioni in bianco e neri che non fanno altro che enfatizzare ancora di più le meravigliose esposizioni di paesaggi così diversi e lontani da noi.
Un avvincente viaggio tra le Ande e l’Amazzonia vissuto in prima persona dal lettore grazie alle accuratissime descrizioni, di grande impatto visivo, alternate con maestria alle bellissime tavole che nulla lasciano spazio alla sua immaginazione e lo catapultato completamente nella storia.
Lo stile narrattivo semplice e scorrevole ma fortemente coinvolgente ed entusiasmante ti cattura e ti porta a voler sapere sempre di più, a rincorrere a per di fiato quei due ragazzi che a loro volta rincorrono la loro unica speranza di guarigione.
Cio che conferisce fascino e suggestione a tutto il racconto è anche quell’ elemento magico, rappresentato dal fiore prodigioso, che spezza la linea sottile che separa la realtà dalla fantasia, la scienza dalla fede, una speranza che qualcosa di magico possa essere dono di vita nuova.
Cosi’ la realtà incontra la magia e il racconto prende una piega surreale: la ricerca di nuova vita si affianca ed interseca alla ricerca di un fiore magico, alla speranza di trovare una soluzione laddove soluzione sembra non esistere. Il messaggio è forte e chiaro: bisogna solo crederci, senza se e senza ma, abbandonare la via della scienza e della ragione per intraprendere un viaggio dettato solo dal cuore e dalla speranza, un viaggio che sembra essere l’ unica opzione alla morte.
Riusciranno i nostri piccoli protagonisti, con la loro forza, il loro coraggio e loro voglia di combattere quel grande male, ad arrivare a cogliere quel meraviglioso fiore?
Per scoprirlo dovete solo immergervi nelle sue pagine e lasciarvi catturare dalla magia del fiore perduto.
Copia per la recensione fornita da Mondadori
Titolo: Il fiore perduto dello sciamano di K
Autore: Davide Morosinotto
Genere: Avventura
Pubblicazione: 19/11/2019
Casa Editrice: Mondadori