Un ragazzo che sa diventare una donna: si chiama Bujar, e può essere una giovane di Sarajevo corteggiata da uomini di ogni età oppure un affascinante spagnolo che fa innamorare ragazze alle quali non riesce a concedersi. Bujar inventa continuamente se stesso e la propria storia, come un impostore che si appropria dei frammenti che carpisce agli altri, del passato delle persone che ha amato, dei loro nomi, perché può scegliere chi vuole essere, il paese da cui proviene, i dettagli della propria esistenza, semplicemente mentre si racconta a un amico o a una sconosciuta, nel resoconto di una vita trascorsa in viaggio e in fuga, dall’Albania all’America, passando per Roma, Madrid, Berlino, Helsinki. Perché, come dice lui stesso, «nessuno è tenuto a rimanere la persona che è nata, possiamo ricomporci come un nuovo puzzle». A partire dall’adolescenza poverissima a Tirana, «la discarica d’Europa, il fanalino di coda dell’Europa, la prigione a cielo aperto più grande d’Europa», Bujar narra la sua storia in prima persona. I genitori, la sorella, l’amicizia con Agim, coetaneo e vicino di casa, rifiutato dalla famiglia per il suo orientamento sessuale. Entrambi fuori luogo in un paese devastato, sempre più dipendenti l’uno dall’altro, decidono di lanciarsi verso un futuro che gli appartenga. Vivono per le strade di Tirana, poi sulla costa, fino al viaggio da clandestini in Italia attraverso l’Adriatico. Dall’isolamento e l’umiliazione, dalla vergogna della solitudine, prende forma man mano un diverso Bujar, una creatura nuova che non ha più origine e nazionalità, e che è pronta a sfidare e ad abitare il mondo intero.
Non sarei stato un Albanese, in nessun modo, ma qualcun altro, chiunque altro.
Bujar non è sicuro di essere un ragazzo in un corpo di ragazza o viceversa, ma è sicuro che non dirà mai nessuno che è Albanese. Lui la odia Tirana, con la sua povertà, con il suo essere rassegnata a fanalino di coda dell’Europa, con le strade e le piazze ridotte quasi a una discarica. Odia tutto di Tirana persino la gente e odia anche suo padre che continua a raccontargli quelle storie, leggende antiche a cui ormai non crede più nessuno. Bujar sogna di uscire di casa e rivelarsi per ciò che è, ma nessuno accetta questi comportamenti, a parte il suo miglior amico Agim, frustato con la cinghia dal padre proprio perché trovato a giocare ad essere se stesso. Entrambi si sentono fuori posto e decidere di andarsene è la sola alternativa ad una vita di stenti. Scappano, partono con la luce negli occhi di chi vuole ricominciare e rinascere, promettendosi di non dire mai a nessuno di essere Albanesi. In ogni città in cui vivrà Bujar assumerà un nome ed un passato nuovo, anche la sua sessualità sarà ogni volta diversa: in Italia sarà un uomo, in Germania una donna, in Spagna di nuovo un uomo e così sempre, in ogni luogo Bujar rinascerà da zero. Una storia cruda, fatta di anime dannate ma con una grande sete di riscatto. La storia di chi è disposto a tutto pur di scappare dalla povertà e dalla violenza ma che ogni volta viene atterrato dalla vita che gioca a fargli lo sgambetto. Rialzarsi sarà sempre più doloroso per il protagonista ma la disperazione farà trovare in lui coraggio che non sapeva di avere. Una scrittura pulita e diretta, che colpisce senza curarsene l’intimo del lettore perché le scelte e le azioni del protagonista hanno ripercussioni su se stesso ma le emozioni che ne derivano sconfinano anche in chi legge. Un libro che si divora e che ti divora, perché la vita a volte si accanisce con le unghie e con i denti e non lascia nessuna via di scampo. Un meraviglioso romanzo che costringe il lettore a guardarsi dentro e confessare fino a che punto ognuno di noi è disposto a spingersi pur di salvare se stesso.
Libro in collaborazione con SELLERIO EDITORE PALERMO
Titolo: Le transizioni
Autore: Pajtim Statovci
Genere: Narratica contemporanea
Pubblicazione: 20 Febbraio 2020
N° pagine: 263
Casa Editrice: Sellerio Editore Palermo