Nel novembre 1974 Londra fu sconvolta da un terribile omicidio, uno dei delitti più celebri della storia inglese. La stampa si occupò a lungo della vicenda, concentrandosi sullo scandalo di cui fu protagonista il conte Lord Lucan, affascinante, ricco e dissoluto, misteriosamente scomparso dopo l’assassinio della giovane tata di famiglia, Sandra Rivett, e condannato in contumacia. Jill Dawson si ispira a questo notissimo fatto di cronaca per raccontare la storia di Mandy, una giovane donna approdata a Londra da una provincia soffocante con il desiderio di riscattare un triste passato. La sua nuova vita fu invece orribilmente troncata in una lussuosa dimora del quartiere aristocratico di Belgravia dove lavorava come tata. Strani presagi, silenzi colpevoli, inquietanti indizi, segreti inconfessabili riemergono dal racconto dell’amica Rosemary, che ricostruisce una storia carica di tensione e per molti aspetti ancora oscura.
Recensione
Questo romanzo è un urlo di dolore e di rivalsa, l’ urlo di una donna che dopo anni, ancora oggi, chiede solo una cosa: giustizia!
L’autrice, basandosi su fatti reali e atti processuali dell’epoca, sviluppa il resoconto di ciò che potrebbe essere accaduto alla giovane Mandy, tappando i vuoti con la sua penna, aggiungendo elementi probabilmente veritieri ma solo ipotizzabili, dando il via così ad una storia coinvolgente, emozionante e malinconica ma sopratutto dando finalmente voce ad una giovane vita, ricca di sogni e speranze ma tragicamente spezzata.
“Un inutile delitto” ci narra di fatti accaduti nei primi anni settanta del novecento, compiendo salti temporali nel passato delle due donne protagoniste di questa vicenda per renderci capaci di comprendere l’ intera loro vita prima e dopo il caso trattato.
Siamo nella Londra neofemminista, in cui le donne iniziano a dar voce ai loro pensieri e cercano la giusta emancipazione ed indipendenza dalle proprie famiglie attraverso il lavoro.
La trama prende vita attraverso la voce di due protagoniste: Rosemary e Mandy, due ragazze con un passato simile, due amiche che fanno lo stesso lavoro ma con caratteri molti diversi tra loro che offrono, quindi, prospettive e percezioni diverse.
“Un inutile delitto” mette l’accento su tutto cio’ che di più sbagliato viveva una donna in quel periodo, sopratutto se non era benestante e doveva lavorare per avere un minimo di indipendenza economica.
Cosi iniziamo a leggere di Mandy River, ragazza di umili origini che si trasferisce dalla provincia a Londra e inizia a lavorare per una famiglia di aristocratici, i Morven, nell’esclusivo quartiere di Belgravia, come bambinaia. Rosemary, amica e bambinaia proprio come Mandy, e’ la voce narrante degli eventi che hanno portato alla morte della ragazza, in un racconto in cui il silenzio è una lama affilata che cerca di proteggere segreti inconfessabili.
Attraverso la voce di una donna vivremo la vita di due anime travagliate: due vite quasi identiche, segnate entrambe, se pur diversamente, da un’ infanzia traumatica, da una vita fatta di rinunce e segreti troppo grandi da poter custodire senza lasciare una traccia dietro di sé ma che vengono ben nascosti a costo della vita stessa, una vita che, se sei donna, vale davvero poco.
Discriminazioni di classe ma sopratutto di sesso, dove la parola di un uomo vale molto di più di quella di una donna, a maggior ragione se si tratta “solo” di una bambinaia.
Partendo, quindi, da un grande fatto di cronaca, il racconto si concentra maggiormente sul contesto sociale dell’ epoca e sui rapporti che si andavano a creare tra i vari ambienti piuttosto che indagare sul crimine stesso.
Cerca di farci comprendere, sopratutto, la complessa e simbiotica relazione che si instaurava tra persone che lavorano nello stesso ambiente, in particolare in quello domestico, così intimo e delicato, che ti portava inevitabilmente ad essere spettatore consapevole delle vite altrui ma su cui non potevi proferire parola anche se te ne trovavi inevitabilmente coinvolto in prima persona.
Un romanzo accattivante ed appassionante, ricco d’ emozioni vere ed autentiche che a momenti ti fanno addirittura commuovere per la forza con la quale riescono a trascinarti nella storia e fartela vivere come se fossi tu stessa la protagonista, vivendone, pagina dopo pagina, ogni istante di vita come se fosse reale, doloroso e straziante quasi da spaccati il cuore a meta’.
L’epilogo proposto dall’ autrice, riprende ciò è accaduto realmente ma riesce comunque a render omaggio alla nostra indimenticabile protagonista, attraverso la penna di colei che, con un tuffo nel passato e ricostruendo tassello dopo tassello l’ accaduto, cerca di dare la giusta importanza alla storia di una donna per troppo tempo è stata dimenticata e che invece aspettava soltanto che qualcuno, anche solo con una penna, combatesse contro il sistema per darle finalmente giustizia.
Copia per la recensione fornito da Carbonio editore.
Titolo: Un inutile delitto
Autore: Jill Dawson
Genere: thriller/ storie vere
Pubblicazione: 28/11/2019
N° pagine: 297
Casa Editrice: Carbonio Editore.
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