L’AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Recensione
Il perché lo sappiamo tutti ma … come sono nati esattamente gli Hunger Games?
“Ballata del’usignolo e del serpente”, prequel di una delle trilogie più amate della letteratura distopica, risponde alla domanda facendoci fare un viaggio a ritroso nell’ adolescenza del sadico presidente Snow.
Dieci anni dopo la guerra civile che ha dilaniato Panem e posto fine ai Giorni Bui, si svolgono come ogni anno gli Hunger Games, secondo le nuove leggi del Trattato del Tradimento, stipulato e firmato da tutte le fazioni coinvolte.
Giunti alla loro decima edizione, sessantaquattro anni prima dell’ entrata in arena di Katniss Everdeen, i giochi non sono ancora quelli che noi abbiamo conosciuto e Coriolanus Snow non è ancora l’ atroce presidente di Capitol City ma un ragazzo astuto ed ambizioso che, perso il prestigio familiare di cui godeva prima della guerra, deve assolutamente dimostrare agli aristocratici di Panem di “esser qualcuno” e la nuova edizione degli Hunger Games, sembra essere il mezzo più efficace per riuscirci.
Pressoche’ dicciotenne ed allievo presso l’ Accademia che plasma i futuri leader della città, Snow è chiamato infatti a far da mentore a uno dei tributi che prenderanno posto nell’ arena degli Hunger games ma che in questo momento sono ancora in fase di elaborazione, ben lontani dai celebri giochi da noi tutti conosciuti.
Infatti, in questi primi anni, non esiste ancora spettacolarizzazione: i giochi non hanno ancora nessuna visibilità, nessuna “celebrita'” poiché in questi giochi si lotta solo per sopravvivere senza la popolarità dell’ evento ad amplificare il tutto.
Per renderli tali, quest’ anno, per la prima volta, ai tributi dei giochi vengono assegnati dei mentori, selezionati tra gli studenti più brillanti all’ultimo anno di Accademia: in più, si pensa a come incrementare la curiosità e l’ aspettativa della popolazione nei confronti dei giochi stessi, cercando di dare più visibilità ai tributi con interviste e presentazioni più dettagliate, tutto davanti alle telecamere, cosi da arrivare in tutti i distretti.
In questo modo si arriva pian piano alla loro spettacolarizzazione e gli Hunger Games prendono forma, quella che poi li renderà così famosi negli anni.
Lo stile della Collins è come sempre subblime: avvincente e coinvolgente, ti cattura e ti catapulta dentro la storia, dalla quale non vorrai più uscire, nemmeno alla sua conclusione.
La storia prende subito piede con un ritmo dinamico e riesce a mantenerlo per tutto il romanzo, tenendo costantemente alta l’ attenzione e la curiosità del lettore per tutta la sua durata
Ad inizio racconto sembra quasi che il fine del romanzo sia quello di far empatizzare il lettore con il giovane Snow, renderlo quasi umano e redimerlo da ciò che è destinato a diventare poiché succube di un mondo che lo plasma come creta per essere ciò che ricordiamo essere nella trilogia, spietato e crudele come un diavolo.
Non un eroe ma piuttosto un personaggio che sembra spaccato internamente tra la sete di potere e ricchezza e la brutalità dei giochi.
Ma non fatevi ingannare dai suoi innumerevoli dubbi morali: Snow
sa perfettamente che ciò che desidera puo averlo solo in un modo e pian piano inizia a mettere da parte ogni moralità e guardare tutto con gli occhi di un cinico stratega.
Il suo incontro con Lucy,il suo tributo, non farà altro che amplificare il suo desiderio di prestigio a tutti i costi: con lei comprende come usare le telecamere s suo vantaggio, come creare lo spettacolo che gli Hunger Games diventeranno nel corso degli anni, ma sopratutto diventa l’ assassino crudele e narcisista, un uomo totalmente egoista che ha come valore solo quello di restare sull’ olimpo dei potenti.
Pur conoscendo il corso generale degli eventi il suo finale è totalmente inaspettato, brutale, per alcuni versi ingiusto ma ti lascia in balia di una grande soddisfazione generale.
‘Ballata dell’usignolo e del serpente” è un libro da leggere, assolutamente!
Copia per la recensione fornita da Mondadori.
Titolo: Ballata dell’ Usignolo e del Serpente
Autore: Suzanne Collins
Genere: distopia
Pubblicazione: 19 maggio 2020
N° pagine: 489
Casa Editrice: Mondadori