Com’era avere quasi diciotto anni alla metà degli anni ’90, quando non c’erano i cellulari e la musica era quella delle band scalcagnate degli amici, quando per conquistare una ragazza si preparavano le compilation in cassetta e il primo viaggio da soli era l’Interrail? Giovanni Za ci racconta le avventure tragicomiche di un gruppo di liceali prossimi alla maturità, un gruppo in cui i ragazzi sono cervellotici e irrisolti, le ragazze rock, la politica un gioco di ruolo, il sesso un doloroso trapasso. C’è Carlo Gustavo, il romantico inutilmente colto che capisce meglio Leopardi dei suoi coetanei, Mastarna che legge nudo Dylan Dog e ha una piccola fissazione per Cittadino B., Moya che non potendo avere Gamla Fru cerca la propria kundalini, Gamla Fru che adora Moya ma sempre e solo come amico, Ariel Nata con le Ali che nonostante sia sempre sballata pare quella più consapevole dei propri obiettivi, Alexander che rischia di diventare un grande tennista ma si vergogna di dirlo agli amici, Kazu Makino che sembra eterea ma sostiene che Spice Girls e Marylin Manson siano la stessa cosa: schifoso mercato… Tra occupazioni scritte rigorosamente con la k, feste alcoliche, elezioni scolastiche, l’ultima gita e tutte le loro prime volte, questo gruppo di adolescenti complessati affronta senza epica la più grande delle sfide: scegliere che pelle mettersi da adulti, capire quale destino li aspetti oltre le porte della maturità, anche se tutto pare confuso e loro privi di mezzi.
Voi siete seduti su un coriandolo. Il resto è il buco dello strappo.
Gli anni ’90 sono stati un’epoca indimenticabile per chi come me li ha vissuti. Avere diciotto anni negli anni ’90 significava avere pochi mezzi ma tanta fantasia ed è stata proprio questa fantasia a dare vita ad invenzioni che ancora oggi vanno di moda. Per Carlo Gustavo, Mastarna, Gamla Fru, Alberto Sordi, Titta Rosa e gli altri amici questo è l’ultimo anno di liceo, l’anno più bello ma anche il più difficile, l’anno della fine ma anche di un nuovo inizio. I voti di quest’anno sono importanti ma proprio per la loro età la scuola è l’ultimo dei loro pensieri mentre al primo posto c’è il Collettivo, essere eletti al Collettivo. Ed è proprio tra le mura di questa scuola e quelle della loto vita che i ragazzi raccontano i loro sogni e la loro storia. In un’epoca in cui la passione politica fa da sfondo ad ogni cosa, dove la distinzione tra fascismo e comunismo è netta e la falce e il martello definiscono una classe sociale i ragazzi sono in bilico tra il sogno di diventare qualcuno e la poca voglia di applicarsi. Tra di loro imperversano gli scherzi, l’amicizia e le risate con il solo tentativo di nascondere famiglie disastrate. Tra genitori inquisitori, padri padroni e madri aspirante suicide l’amicizia e la passione politica sono le loro uniche ancore di salvezza. Uno strepitoso esordio letterario che mi ha fatto fare un tuffo nel passato, a quando ero adolescente e tenevo in mano il mondo. Un romanzo che mi ha riportato alla memoria tantissime emozioni ed espedienti perché non c’erano i cellulari e nemmeno la musica in streaming, non esistevano le videochiamate o i social. L’autore ha riscritto una parte della giovinezza di noi xxenni perenni nostalgici di quell’epoca, di quei piccoli gesti che facevano la differenza. Nessuno potrà mai ridarci ciò che è passato ma devo dire grazie a Giovanni Za per avermi fatto tornare la voglia di essere di nuovo giovane.
In collaborazione con FANDANGO LIBRI
Titolo: Stupidi e contagiosi
Autore: Giovanni Za
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 9 Luglio 2020
N° pagine: 304
Casa Editrice: Fandango Libri