Se non vi è mai successo di nascondere in casa una ragazza in mutande appena fuggita da una retata in un bordello al quarto piano del vostro palazzo, non siete il tipo di persona a cui capitano queste cose. Vincenzo Malinconico lo è. Dovrebbe sapere che corre un rischio bello serio, visto che è avvocato, e invece la fa entrare e poi racconta pure un sacco di balle al carabiniere che la inseguiva e va a bussargli alla porta. È così che inizia “I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)”, il romanzo in cui Malinconico – avvocato di gemito, più che di grido – oltre a patrocinare la fuggiasca in mutande (che poi scopriremo essere figlia del sindaco, con una serie di complicazioni piuttosto vertiginose), dovrà affrontare la malattia che lo travolgerà all’improvviso, obbligandolo a familiarizzare con medici e terapie e scatenandogli un’iperproduzione di filosofeggiamenti gratuiti – addirittura sensati, direbbe chi va a cena con lui – sul valore della pena di vivere. Un vortice di pensieri da cui uscirà, al solito, semi-guarito, semi-vincente e semi-felice, ricomponendo intorno a sé quell’assetto ordinariamente precario che fa di lui, con tutti i suoi difetti e le sue inettitudini, una persona che sa farsi voler bene, pur essendo (o forse proprio perché è) un uomo così così.
Le parole che ti toccano nell’intimo sono come le medicine a lento rilascio. Lì per lì senti solo l’amaro, poi l’effetto arriva tutto in una volta.
Quali sono i valori che contano? Bella domanda! Bella domanda soprattutto se rivolta all’avvocato Vincenzo Malinconico, uomo cinico, ironico e menefreghista. Avvocato non di eccelsa bravura anzi possiamo proprio dire che Malinconico di certo non vince il premio come “Principe del foro” e se non fosse per le botte di fortuna che ogni tanto gli sono capitate molto probabilmente sarebbe sul lastrico. Tanta fortuna nel lavoro come nelle donne, sempre belle e affascinanti ed economicamente ben messe tanto da suscitare l’invidia di tutti i suoi colleghi. Belle proprio come bella e giovane è la ragazza che bussa alla sua porta vestita solo con gli slip, a chiedergli di nasconderla perché sta fuggendo da una retata. Ed ecco che i forti valori morali dell’avvocato fanno a cazzotti con la bellezza della ragazza e manco a dirlo la fa entrare. Inizia qui un’altra rocambolesca avventura dell’avvocato più amato d’Italia, che tra colleghi giullari, figli singolari e compagna dotata di forti attributi riuscirà anche questa volta a saltarne fuori peccato che la vita, quella vera, abbia deciso di fargli uno sgambetto. La malattia lo travolgerà ma come sempre l’affronterà con tenacia e strafottenza. Quanto mi era mancato Malinconico e quanto mi erano mancate le sue elucubrazioni, le sue frecciatine e la sua sfacciataggine. Una nuova storia coinvolgente, che fa sorridere ma anche riflettere perché siamo convinti di essere immortali e che certi mali capitino solo agli altri, ma a volte gli altri siamo noi. Un Malinconico che nonostante la malattia cerca di non essere di peso ai familiari e che scopre che le persone che lo circondano gli vogliono più bene di quanto gliene dimostrino. L’autore non si smentisce e come i precedenti anche questo romanzo cattura il lettori sin dalle prime battute….e se conoscete Malinconico capite bene cosa intendo. Spero di cuore che questo non sia stato il suo ultimo capitolo ma capisco bene che anche per Malinconico è arrivato il momento di mettere la testa a posto.
Libro in collaborazione con EINAUDI
Titolo: I valori che contano
Autore: Diego De Silva
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 3 Giugno 2020
N° pagine: 320
Casa Editrice: Einaudi