Tintinnare di monete e frusciare di banconote: solo a questo pensa il vecchio e avaro Ebenezer Scrooge. Ma tutto cambia nella magica e spaventosa notte di Natale quando Scrooge riceve la visita di tre spiriti che lo costringono ad aprire finalmente gli occhi. E il cuore. La più celebre storia di Natale, toccante parabola fantastica di Charles Dickens, in un volume illustrato da Iacopo Bruno.
Quest’ anno la mia bimba ha letto per la prima volta “Canto di Natale” di C.Dickens
e alla sua conclusione non ha fatto che parlarne per giorni, tanto le e’ piaciuto.
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In una Londra al culmine dell’ industrializzazione, dove regna sovrana l’ ipocrisia e l’ egoismo sociale, dove lo sfruttanento dei lavoratori e la condizione generale di poverta’ dei suoi abitanti generano un clima costante di tristezza e malumore, vive Ebenezer Scrooge
, un anziano banchiere, ricco ma mostruosamente avaro ed egoista, che non spende nulla nemmeno per sé al punto che, nonostante la sua ricchezza, veste di stracci e fa una vita da nullatenente e per il quale il Natale è una perdita di tempo, in quanto lo ritiene soltanto un giorno in cui, per la festività, non si può lavorare e guadagnare soldi, addirittura rimprovera Dio stesso per il riposo domenicale che intralcia il commercio e il guadagno.
Talmente infastidito dalla festività, Scrooge non solo lavora ogni giorno con turni più lunghi di quelli degli operai nelle fabbriche, ma costringe il suo umile impiegato contabile Bob Cratchit, al quale dà uno stipendio da fame, a fare altrettanto, obbligandolo a presentarsi al lavoro rimanendo in ufficio fino a tardi anche il giorno della Vigilia di Natale e il giorno di Santo Stefano e concedendogli con enorme risentimento di non lavorare il giorno di Natale.
Il giorno della vigilia di Natale, uscito dall’ufficio, Scrooge guarda storto e risponde male a tutti coloro che intonano un “Canto di Natale” o che gli fanno gli auguri; non ricambia neppure l’affettuoso nipote Fred, suo unico parente in vita, figlio della defunta sorella Fanny, che, venuto a fargli visita in ufficio, gli fa gli auguri e tenta di invitarlo a cena insieme alla sua famiglia. Questo perché l’unica compagnia che conta per Scrooge è quella della sua cassaforte e del suo denaro, e per questo suo accanito interesse ai soldi è una persona poco amata da tutti i cittadini. Egli decide di trascorrere la serata in una taverna per consumare la cena e ammazzare il tempo leggendo i giornali.
Scrooge si dirige verso casa, ma quando arriva sull’uscio gli sembra di intravedere tra la neve, specchiato nel picchiotto del suo portone, il volto del defunto socio in affari Jacob Marley, morto esattamente sette Vigilie di Natale prima, visione che lo turba profondamente.
Entrato in casa si siede in poltrona vicino al camino e comincia a percepire strani fenomeni: sente il rumore di un carro funebre che si trascina invisibile sulle scale avvolte nel buio e un rumore di catene nella cantina, infine vede oscillare da sola una campanella collegata alla deserta camera antistante, trascinando tutte le altre della casa in un suono assordante e spaventoso.
A questo punto si apre una porta e compare il fantasma di Marley: una visione tremenda, tanto più terrificante in quanto, scoperte le bende per mostrare il volto, gli cade la mascella dal viso. Intorno alla vita, esso porta una catena forgiata di lucchetti, timbri, portamonete, assegni, banconote: si tratta di quel materiale che, secondo la sua stessa ammissione, lo ha distolto dal fare del bene agli altri, accumulando denaro solo per sé. Il rimpianto per aver vissuto chiuso nel proprio egoismo lontano dalle persone che amava e che lo amavano costituisce la sua pena eterna, una dannazione che lo costringe a vagare per il mondo senza poter vedere la luce di Dio.
Il suo unico sollievo è poter ammonire Scrooge, perché la catena che egli si sta forgiando è ben più lunga e pesante della sua: se andrà avanti così anche lui subirà la stessa sorte. Marley gli annuncia allora la visita imminente di tre spiriti: uno che incarna il Natale passato, un altro che simboleggia il Natale presente e per ultimo quello che rappresenta il Natale futuro. Scrooge non ne rimane troppo turbato e quando il fantasma del socio e quelli, comparsi nel frattempo, degli usurai, avidi e quindi peggiori persino degli avari, scompaiono, egli si corica.
All’una di notte di Natale appare pero’ lo Spirito del Natale Passato e da li inizia il suo lungo viaggio verso il vero cambiamento.
Un classico intramontabile reso unico dalle stupende illustrazioni di Iacopo Bruno. La magia della notte di Natale rivive tra le pagine di un libro da leggere e rileggere, da sfogliare e ammirare, e che saprà conquistare sia i lettori più piccoli che gli adulti appassionati di illustrazioni d’autore.
Una favola senza tempo che insegna che non si e’ mai tardi per cambiare e per fare del bene; si e’ sempre in tempo per rimediare ai proprio errori e ricevere l’ affetto di amici e parenti, riscaldando cosi anche il cuore piu gelido.
Copia per la recensione fornita da Rizzoli.