Sonya Kantor conosce molto bene questo motto, visto che ha ispirato, meglio condizionato, gran parte della sua vita. In realtà queste parole hanno condizionato la vita di tutti gli abitanti della megalopoli di Seattle-Portland-Vancouver. Per anni, infatti, hanno dovuto adattarsi a un codice morale molto rigido e a una costante sorveglianza da parte della Delegazione, resa possibile da una sofisticata tecnologia. Poi la rivolta ha cambiato tutto. La Delegazione è stata rovesciata e sostituita da un nuovo governo. Tutti coloro che avevano avuto un ruolo nel regime precedente sono stati rinchiusi insieme alle proprie famiglie nell’Apertura, una vera e propria prigione alla periferia della città. Gli altri, finalmente liberi, hanno potuto proseguire con le loro esistenze. Sonya, figlia di uno dei membri di spicco della Delegazione e diventata famosa per essere stata, da adolescente, il volto dei manifesti propagandistici affissi per tutta la città, è imprigionata da anni nell’Apertura. Un giorno, un vecchio nemico si presenta da lei con una proposta: se troverà Grace Ward, sottratta alla famiglia dalla Delegazione quando era ancora una bambina, sarà libera. Per portare a termine la missione Sonya sarà obbligata a muoversi in un mondo che non riconosce, di cui ignora i meccanismi, estraneo (ed estremamente corrotto). E, soprattutto, a scavare a fondo nel passato, compreso quello della propria famiglia, anche più di quanto vorrebbe, portando alla luce verità dolorose e difficili da accettare.
A più di dieci anni dal suo esordio con Divergent, Veronica Roth torna alla distopia con un mystery che esplora il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia nella nostra società.
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Esce oggi in tutte le librerie POSTER GIRL, il nuovo romanzo distopico autoconclusivo di Veronica Roth, l’autrice conosciuta da tutti per la serie di Divergent.
Sara Kantor, la ragazza prestavolto dei poster della Delegazione, ha solo 17 anni quando, dopo la Rivolta, viene rinchiusa e costretta a vivere prigioniera nell’ Apertura con l’ unica colpa di essere figlia di un membro della Delegazione
Dopo 10 anni la sua vita subisce una svolta e le viene proposta una via di salveza: se troverà Grace Ward, sottratta alla famiglia dalla Delegazione quando era ancora una bambina, sarà libera.
Sara si ritrova cosi catapultata in un mondo che non le appartiene e a fare i conti prima con se stessa e poi con la sua missione.
Il mondo a cui apparteneva, l’unico che ha sempre e solo conosciuto, era basato su rigide regole che non le permettevano una vera liberta’ di pensiero o comportamento: era costantemente controllata, premiata per buona condotta e multata se trasgrediva anche solo la piu’ banale delle regole.
Vivendo costantemente con la paura di “sbagliare” ed essere punita non ha mai messo in discussione nulla di cio’ che le veniva imposto.
Ma una volta fuori dall’ Apertura conoscera’ il nuovo mondo, cosi diverso da quello a cui apparteneva, e giorno dopo giorno, in parallelo con la sua missione, iniziera’ un grande lavoro di autocritica personale e sociale, mettendo finalmente tutto in discussione, come mai aveva pensato di fare prima.
Anche in questo romanzo La Roth risulta estremamente brava a creare un mondo distopico cosi ben costruito,basato interamente sul controllo tramite la tecnologia, che evoca quello moderno ma da cui se ne discosta per tanti aspetti e per cui risulta inevitabile creare dei parallelismi con cio’ che ci circonda quotidianamente e su cio’ che potrebbe succedere alle nostre vite in un futuro non cosi lontano.
I personaggi sono tutti ben descritti e coerenti con l’evolversi della trama e sara’ inevitabile per chi legge non affezionarsene. Sono protagonisti forti e coraggiosi, che si mettono costantemente in discussione e che cercano in ogni modo di combattere per cio’ in cui credono.
E’ una storia che si fa leggere con grande facilita’ e scorrevolezza grazie allo stile semplice ma mai banale dell’autrice.
Assolutamente consigliato.
Copia per la recensione fornita da Mondadori