La storia di una diciannovenne napoletana, la Rossa, in un arco di tempo che va dalla primavera all’ultimo dell’anno. Muovendosi nei più infimi quartieri di Napoli, con una breve e sfortunata capatina sulla riviera romagnola, la protagonista precipita sotto la soglia dell’inferno quotidiano, nel quale annaspano la sua famiglia e gli amici, fino a trovare la morte in una spiaggia desolata, per mano di due killer, nella notte di San Silvestro.
e donne, vecchi, bambini, senza pietà, senza guardare negli occhi in cerca di colpevoli, dei ladri, dei mariuoli, degli assassini, di chi per anni, decenni, secoli l’aveva offesa, umiliata, piegata, soggiogata. Senza pietà, senza badare a nomi, caste, casate, cla, partiti, fratellanze. Una grossa lampa, una fiamma gigantesca, per dimenticare, cancellare, ricostruire, davvero, daccapo. Senza pietà.
Recensione
Solita storia si, una storia d’amore, di sesso e droga nei quartieri poveri di Napoli, quei quartieri dimenticati da Dio. E’ questo quello che ho pensato leggendo la trama di questo libro abbastanza corto. Ma trama che non fa giustizia a questo romanzo che quando ho finito di leggere mi sono sentita annegare, giù negli abissi del dolore e della disperazione e le lacrime che non smettevano di scendere perché purtroppo era già terminato ma anche perché per fortuna era già terminato. Non importa quale sia il suo vero nome, tanto tutti la chiamano la Rossa, ennesima figlia di una famiglia sgangherata, che abbandona la scuola per seguire l’amore di un eroinomane con già la morte negli occhi. Il suo è un vagare in questa terra senza speranza e senza eroi, sperando solo di riuscire a vedere una nuova alba, un nuovo domani magari migliore di oggi, e guadagnandosi da vivere con solo ciò che ha tra le gambe. Anche se la scuola lei non l’ha terminata la strada l’ha comunque istruita, cresciuta e indurita e questo le basta per progettare la sua vendetta, lenta e muta ma che mieterà la più grande e inattaccabile delle vittime, ultimo atto di una vita violentata dalla vita stessa. Una storia sporca, cruda ma reale, che anche se fuori piove e fa freddo riesce a farti percepire il calore del sole a ferragosto, il sudore sulla pelle, le scarpe che stringono e la puzza di melanzane fritte e dell’immondizia sui marciapiedi. L’autore descrive in modo magistrale la Napoli del malaffare e delle tangenti, la Napoli dei parcheggi e dei mondiali, della malasanità e delle metropolitane mai finite. Un romanzo corto ma abbastanza forte da lasciarti alla fine dolorante, come un pugno in pieno viso, poi nello stomaco e giù mazzate fino a farti cadere a terra sfinito e impaurito. Un libro da leggere con curiosità e da rileggere con molto coraggio.
Libro in collaborazione con Universale Economica Feltrinelli
Titolo: Un messico Napoletano
Autore: Peppe Lanzetta
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 17 febbraio 2009
N° pagine: 128
Casa Editrice: Universale Economica Feltrinelli