Kihrin, l’apprendista di un bardo, è cresciuto ascoltando storie di gesta leggendarie. Costretto a rubare alla disperata ricerca di una via d’uscita dalla povertà dei bassifondi di Quur, una sera fa irruzione nella casa sbagliata: marchiato da un demone, da lì in avanti la sua vita non sarà più la stessa. La difficile situazione di Kihrin lo porta al cospetto dei reali, che lo rivendicano come il figlio perduto del loro principe immorale. Ma lungi dal vivere il sogno, Kihrin è in balìa delle spietate ambizioni della sua nuova famiglia. Tuttavia, tentare la fuga dalla sua gabbia dorata non fa che peggiorare le cose. Kihrin è inorridito nel sapere che egli è al centro di un’antica profezia. E ogni fazione – dèi, demoni, draghi e maghi – lo rivendicano come propria pedina. Quelle vecchie storie che aveva ascoltato sin da piccolo, in cui l’eroe vince sempre, erano piene di menzogne. O forse no… Forse Kihrin non è un eroe, e il suo destino non è di salvare l’impero. Forse il disegno che il fato ha per lui è quello di distruggerlo.
Recensione
“La Rovina dei Re ” è il primo libro della straordinaria serie di Jenn Lyons, “Il Coro dei Draghi”, l’ attesissimo debutto fantasy di quest’anno, in libreria dal 13 marzo.
La saga composta da cinque libri
narra le “avventure” dell’ orfano Kihrin, un ragazzo tanto affascinante quanto ingenuo e sprovveduto che scoprirà di essere l’erede segreto di un’antica famiglia nobiliare e verrà catapultato all’interno di un grande complotto per il controllo dell’Impero.
La storia è davvero ambiziosa e preannuncia una serie che potrebbe farsi ricordare per lungo tempo.
Come spesso accade nel fantasy l’ambientazione è quella che che colpisce subito: la cura minuziosa che l’ autrice pone nella sua descrizione ci catapulta in un mondo affascinante e avventuroso in cui maghi, assassini e creature demoniache vi faranno viaggiare attraverso scenari che riuscirete a vedere con i vostri occhi, tanto è stata scrupolosa la loro descrizione.
La Lyons ha imbastito con grande maestria un word building spettacolare, un mondo talmente nitido da sembrare quasi reale, popolato da creature mitologiche e personaggi cosi particolari da catturare la vostra attenzione fin dalla loro prima battuta!
Siamo nell’ impero di Quur, un regno in cui il re si guadagna il suo trono non per volere divino o eredita’ nobiliare ma attraverso la forza bruta, costruito col sangue e sul sangue e che da troppo tempo vacilla in balia di diversi pericoli: i demoni vogliono distruggerlo, i nobili complottano tra loro per arrivare alle casse dell’impero, i più poveri cercano di sopravvivere e la tratta degli schiavi colpisce la popolazione come un virus letale.
Troviamo cosi il nostro protagonista messo all’asta come schiavo assieme ad altri poveri disgraziati, privati della loro libertà e trattati come bestie!
Ma ecco che tra la folla si fa strada uno strano acquirente… che destino attende il nostro ingenuo Kihirin?
La Rovina dei re è, a mio avviso,, un romanzo volutamente complicato, sia in struttura narrattiva che in stile e più si va avanti con la storia più questa si infittisce, bombardando continuamente il lettore di nomi, luoghi e notizie che spesso si tende a non contestualizzare del tutto.
Ci sono le 12 Casate Reali della Corte delle Gemme che danno il nome alle capitali del regno, e i relativi governatori, bramosi di ricchezze e potere; c’è la magia, intesa nella sua forma più pura ed ancestrale, ci sono creature magiche e fantastiche come i draghi, le divinità, i demoni e creature soprannaturali come i Vane’: tutti questi elementi vengono inseriti simultaneamente nel racconto e il lettore a momenti si ritrova quasi destabilizzato per la ricchezza di informazioni che gli vengono riversate addosso.
Inoltre anche la scelta stilistica di narrazione appare inusuale: la storia inizia, infatti, con una lettera di Thurvishar D’Lorus, indirizzata direttamrnte al re, in cui si espone la conversazione di due personaggi che narrano la stessa storia a ritroso nel tempo e che termina con la richiesta di clemenza per un certo Lord Erede, accusato di tradimento.
La storia parte quindi attraverso il doppio pov alternato tra i due suoi protagonisti principali che raccontano di episodi avvenuti in archi temporali differenti attraverso flashback e ricordi passati e molto lontani rispetto al presente in cui si ritrovano coinvolti.
Infatti Kihrin e Talon, il “mostro” che al momento dei fatti si rivela essere la sua unica compagnia, si alternano a colpi di racconti tra un capitolo e l’altro, convergendo poi sul finale e portando finalmente le due storie su un unico piano temporale e sullo stesso filone narrativo.
Cio che crea dinamicità, forse fin troppa, dipende dai gusti, è proprio questa alternanza costante di narrazione che anziché offrire un racconto lineare lo riversa al contrario a balzi: a volte si avrà l’ impressione di perdere il filo conduttore della storia e il lettore si ritrovera’ a dover mettere in pausa una storia per leggerne un’ altra fino al capitolo successivo in cui verrà ripresa nuovamente. Questo accade perche’ ogni capitolo termina con un cliffhanger che non viene immediatamente ripreso nel capitolo successivo ma ben oltre.
Genialità o confusione?
Sta’ a voi dirlo, a me personalmente è piaciuta fino ad un certo punto, fino a che la storia da avvincente si è trasformata in confusionaria, migliorando nettamente con l’avvicinarsi del finale.
La trama di questa storia è, infatti, come un intricato puzzle in cui, tassello dopo tassello, tutti i pezzi troveranno la loro giusta collocazione ma questo avverra’ solo ed esclusivamente alla sua conclusione.
Allcune cose saranno rese note mentre altre non riceverenno nessuna spiegazione, lasciando il lettore con l’ enorme curiosità di sapere cosa succederà dopo e cosa significhino tutti quegli indizi sparpagliati per il racconto.
Kihirin e Talon raccontano la ” loro storia” a ritroso nel tempo, narrando i fatto accaduti secondo il loro personale punto di vista: loro sanno gia’ dove porterà il loro racconto mentre il lettore ne è totalmente ignaro e ciò non fa altro che solleticare la sua curiosità e renderlo bramoso di arrivare alla fine che altro non è se non il loro presente.
Questa risulta una scelta narrativa davvero intrigante che offre a chi legge la possibilità di ipotizzare in corso di lettura gli avvenimenti accaduti e di cui otterrà riscontro solo arrivati alla sua conclusione.
La Rovina dei Re è un romanzo avvincente e sorprendente che offre ricchi ed appassionanti momenti d’ azione e colpi di scena: saprà catturarti ed ammaliarti con un ambientazione che poco lascia all’ immaginazione personale, in grado di farvi viaggiare su terre lontane abitate da ladri, demoni e creature malvagie.
Sarà in grado di farvi provare emozioni contrastanti: non saprate con chi schierarti, non saprate di chi fidarvi e lo stesso Kihirin a volte si farà amare come altrettante si farà odiare per alcuni comportamenti che possono sembrare insensati ma che invece denotano la sua non facile situazione attuale e sono da collegare agli eventi passati che lo hanno segnato per sempre.
Trattandosi di un primo volume la sua finalità è puramente introduttiva e certe domande sono state lasciate volutamente senza risposta proprio per lasciar spazio ai capitoli successivi ma troppi dubbi sono rimasti imspiegati e per questo spero vivamente che i suoi seguiti non si facciano attendere a lungo.
Copia per la recensione fornita da Fanucci.
Titolo: La Rovina dei Re. Il coro dei draghi
Autore: Jenn Lyons
Genere: Fantasy
Pubblicazione: 19/03/2020
Casa Editrice: Fanucci