Il regno di Cintra è caduto. Dopo quattro giorni d’assedio, le truppe di Nilfgaard irrompono nel castello e massacrano l’intera famiglia reale. La principessa Ciri è l’unica che riesce a fuggire ma, all’improvviso, un cavaliere nemico le si para davanti e avanza minaccioso, brandendo un pugnale insanguinato… Ciri non ricorda cosa sia successo. Sa solo che ora è sana e salva, protetta dalla spada di Geralt di Rivia e dalle possenti mura di Kaer Morhen, la fortezza in cui si addestrano i giovani strighi, gli assassini di mostri. Anche Ciri vorrebbe diventare una di loro, così, se tornasse il cavaliere di Nilfgaard, lei non avrebbe più paura, anzi sarebbe pronta a combattere. Una sera, però, al termine di un’estenuante giornata di allenamento, la ragazza dimostra di possedere straordinarie capacità psichiche, così dirompenti da non lasciare adito a dubbi: è lei la Fiamma di Cintra di cui parlano le profezie, la forza che salverà i popoli del mondo dalla rovina. Il suo destino è quindi segnato: deve partire subito per Ellander, dove una maga le insegnerà a controllare quell’immenso potere. Tuttavia, durante il viaggio, Ciri e Geralt dovranno stare molto attenti. Perché un sicario è già sulle loro tracce, disposto a tutto pur di eliminare la Fiamma di Cintra e scatenare il caos…
Recensione
“Il sangue degli elfi ” è il primo vero romanzo della Saga di Geralt di Rivia creato dalla penna raffinata di Sapkowski. È qui che inizia il vero viaggio dello strigo più amato di sempre in un mondo di sangue e violenza che cresce ed evolve con i suoi protagonisti spalancandovi le porte del suo mondo e facendovelo sentire come se fosse il vostro!
In questo primo capitolo assistiamo alla fine del regno di Cintra.
Per piu di cent’ anni, uomini, elfi e nani hanno convissuto pacificamente tra loro. Ma questo precario equilibrio viene pian piano spezzato e ora, in molti luoghi del regno, i nani sono costretti a scappare e gli elfi hanno dichiarato guerra agli uomini distruggendo infine il meraviglioso castello di Cintra e uccidendo l’intera famiglia reale come segno di forza e supremazia.
L’ unica sopravvissuta alla terribile ed efferata strage è la piccola principessa Ciri che dopo una lunga e pericolosa fuga, dove scopre di possedere straordinari poteri derivanti dal sangue elfico che da sempre scorre in lei, trova rifugio e salvezza presso lo Strigo.
Geralt si rende quasi subito conto che lei potrebbe essere la «Fiamma di Cintra», la regina che tutti gli strighi aspettavano da tempo e secondo un’antica profezia, sara’ la sola a poter riportare l’armonia tra i due popoli ormai in preda ad una carneficina senza fine.
Per proteggerla, la nasconde nell’ unico posto sicuro che conosce, Kaern Morhen, il luogo in cui vengono addestrati tutti i giovani strighi e sopratutto dove potrà imparare a controllare e usare con destrezza le sue magiche abilità.
Ma nemmeno raggiunto questa fortezza potranno ritenersi entrambi al sicuro poiché uno spietato assassino è sulle loro tracce, disposto a tutto pur di eliminare la bambina e far sprofondare il mondo nel caos… Cio che fa’ la grande differenza e cambia completamente il livello e il ritmo di narrazione rispetto ai precedenti volumi è proprio l’ entrata in scena della principessa Ciri: lei rappresenta una grande svolta nella vita dello stesso Geralt che trascorreva, rassegnato e scostante, i suoi giorni a combattere i mostri incontrati lungo il suo percorso ma sopratutto quelli più feroci della sua coscienza.
Come due calamite, Ciri e Geralt si attraggono irrebidiabilmente e rappresentano due facce della stessa medaglia: punto di sutura tra gli orrori del passato e la lieve speranza del futuro, in Ciri sembra potersi realizzare quella profezia tanto attesa da tutti e che potra’ porre fine a questi terribili tempi di sangue e morte.
In questo romanzo l’attenzione si focalizza non soltanto sulle gesta di Geralt ma finalmente anche sull’ ambientazione che si arricchisce di elementi e descrizioni geopolitiche, amplificando così la percezione spazio temporale del lettore, fino ad ora davvero misera.
Ora infatti la storia si arricchisce di un contesto molto più definito grazie ai cambi di prospettiva dati dai nuovi personaggi che ci offrono una visione molto più ampia e variegata degli elementi che compongono il mondo dello strigo. Inoltre gli intrighi politici che sottostanno alla grande carneficina e che finalmente vengono pian piano resi noti al lettore conferiscono maggiore spessore alla storia e completano un quadro che da subito si ipotizzava molto più grande di ciò che appariva nei racconti precedenti.
Pur regalandoci avvincenti scenari e intriganti scorci del suo mondo, Sapkowski non si perde in lunghe e minuziose descrizioni ma dona al lettore la giusta quantità di elementi atti a rendere vero e nitido il contesto di riferimento pur lasciando il giusto spazio a far sì che la sua fantasia ed immaginazione completino il tutto a seconda del suo personale gusto.
La penna di Sapkoski appare, fin da subito, elegante e ricercata ma ben si adatta alla narrazione del mondo oscuro e violento nel quale si muove lo strigo: l’ autore ha tratto diretto, di forte ed immediato impatto emotivo, ti coinvolge e ti trascina in ogni scenario narrato senza mai creare buchi e facendoti vivere quest avventura proprio come se fossi li al fianco dei protagonisti.
Ma il tratto distintivo della sua penna è sicuramente il fatto che la storia non segue una struttura lineare: la narrazione, infatti, salta tra passato e presente e da un personaggio all’altro,mantenendo una continuità tematica ma conferendo grande dinamismo a tutto il racconto con i repentini cambi di visuale e prospettiva.
Uno stile meravigliosamente intrigante, arrichito da una sottile ironia che ci accompagna per tutta la lettura e che dona brio e piacevolezza smorzando cosi momenti di grande pathos e suspance.
Inoltre è risultato un maestro nel caratterizzare in maniera tanto ricca ed originale tutti i protagonisti che animano la sua storia con dialoghi divertenti ma che sanno comunicare anche pensieri profondi ed emozionanti.
A differenza di tanti altri romanzi, dove la divisione tra bene e male e’ netta e ben definita, dove vi è una netta divisione tra buono e cattivo e quindi il lettore sa’ fin da subito da che parte schierarsi, Sapkowski delinea dei personaggi “mosaico”, composti da tanti elementi positivi e virtuosi ma anche da tante zone d’ ombra dove l’ oscurità del loro essere è tale da impedire al lettore di non sapere su quale tifare.
Ma lancia anche un forte e veritiero messaggio: non esistono buoni e cattivi in assoluto proprio come non esistono schieramenti definiti tra bene e male ma è comunque necessario prendere sempre una posizione rispetto ad un idea, situazione od evento, perché è la posizione che decidi di prendere a definire chi sei e il tuo ruolo nel mondo.
Lasciatevi travolgere da un’ esperienza unica: la storia di un grande ed avventuroso viaggio, ricco ed emozionante, dove la cosa più importante non è la destinazione, l’ arrivo e la conclusione ma il viaggio stesso, un viaggio alla ricerca della verità, della speranza ma sopratutto di sé stessi e del proprio ruolo nell’ universo.
Copia per la recensione fornita da Nord Edizione.
Titolo: Il sangue degli Elfi
Autore: Andrzet Sapkoswi
Genere: fantasi
Pubblicazione: 24/10/2019
Casa Editrice: Nord