Sul limite estremo della città di Palermo, nella più difficile delle periferie di oggi, dieci ragazzi raccontano in prima persona la loro vita, i loro sogni, il loro poco destino. Il quartiere è il Cep, Centro Edilizia Popolare, dove promiscuità e malavita regnano sovrane, e dove l’unica legge sembra essere il possesso delle cose e delle persone. In queste spianate di cemento i bambini possono allontanarsi e non fare più ritorno, le ragazzine diventano donne troppo in fretta e i maschi crescono con l’idea che per ottenere ciò che desideri ogni mezzo è lecito. Lontanissima c’è Palermo, con i suoi splendidi monumenti e le chiese antiche che i ragazzi del Cep non hanno mai visto, come il mare. In un avvicendarsi di speranza e rassegnazione ognuno dei personaggi si racconta, con lucidità, senza filtri. Scopriamo così che la crudeltà non è una prerogativa degli adulti, ma un peccato originale che si trasmette di padre in figlio in un continuo gioco dei ruoli, alternando vittime a carnefici.
Perchè qui siamo tutti come tanti fiori che spuntano in mezzo al cemento, veniamo su nella polvere e solo così sappiamo vivere. Se ci strappano via, le radici restano piantate qui e noi finisce che secchiamo tutti quanti come le rose nei vasi senza acqua
Recensione
Avete presente le cartoline tridimensionali, quelle che se guardi da un lato l’omino è serio e se le guardi dal lato opposto l’omino ride?? Ecco Palermo è così: da una parte ci sono il Teatro Massimo, il Palazzo dei Normanni, la Basilica di San Francesco d’Assisi e molti altri monumenti mentre dall’altra parte ci sono i rioni, i quartieri popolari: Ballarò, Monreale, Brancaccio e pure il Cep, Centro Edilizia Popolare. E’ in una scuola di questo quartiere che si ritrova ad insegnare Sara, montanara di nascita ma Palermitana per amore, lei non sa nuotare, ha paura dell’acqua e lo odia quel mare che la separa da casa sua, ma quella placida trasparenza la rapisce ogni volta. Rosy, Cettina, Milo, Gaetano e tanti altri, bambini mandati a scuola non per imparare ma per toglierli dalla strada perché in posti come questi quando un bambino va per strada è probabile che non torni più. Un quartiere dove si cresce troppo in fretta, dove i padri sono spesso in prigione, le mamme portano i clienti in casa e i figli devono imparare a far finta di nulla. In questi posti le ragazze diventano donne troppo presto, si vendono dietro ai cassonetti dell’immondizia e sognano la fuitina per potersi sistemare. Ma ognuno di questi ragazzi anche se non lo dice un sogno ce l’ha, ognuno di loro spera di non dover fare il lavoro del padre o della madre ma per poterlo evitare ci vuole forza che non tutti hanno. Alcuni di loro non diventeranno mai grandi ma nel cuore di Sara ci sarà sempre un posto per tutti loro. Questo libro fa male, anche se è scritto bene e non riesci a staccartene mai fa molto male. Ti spezza le gambe e ti fa cadere in ginocchio, ogni storia è un colpo forte. E’ vero ti lascia il tempo per fare qualche respiro ma poi riprende a sferrare colpi che lasciano i lividi. Colpo su colpo, uno dopo l’altro, proprio come la vita dei ragazzi di questi quartieri, nessuno sconto, nessuna pietà, o diventi forte e sopravvivi oppure muori. Un libro che ti trascina dentro ad ognuna delle storie, ti fa sentire la puzza di fritto nei vestiti e il sudore sulla pelle, le urla alla finestra e l’imbarazzo per la povertà. Un libro senza risate ma con una piccola speranza perché forse non tutti sono fiori senza destino.
Libro in collaborazione con SEM libri
Titolo: Fiori senza destino
Autore: Francesca Maccani
Genere: Narrativa Contemparanea
Pubblicazione: 21 marzo 2019
N° pagine: 138
Casa Editrice: SEM