Manon è una strabordante mamma siciliana, la cui massima più celebre suona: “L’unica felicità possibile è la media delle nostre infelicità”. Ma Manon è anche un modo di stare al mondo, un bizzarro codice etico, un esilarante manuale delle buone maniere. In fondo, Manon è un altro modo per dire una certa Sicilia.
Il confronto con una madre del genere è una lotta per la sopravvivenza. Le tappe della crescita del protagonista di questo divertentissimo libro diventano battaglie epocali per l’indipendenza, fatte di tradimenti, di rimpianti, ma anche di inciampi comici.
La modernità irrompe nel più sonnacchioso immobilismo siciliano e i risultati non sono per nulla scontati. Manon, il cui universo si ripete identico e immutabile, come le stagioni, viene messa a dura prova da figli che in nulla rispondono ai suoi ideali di madre. Il protagonista e i suoi fratelli infatti sembrano nati per contraddirla, fra divorzi, matrimoni mancati, insuccessi professionali, scelte di vita e di identità sessuale lontane dal suo orizzonte.
Manon si trincera dietro una difesa strenua di ciò che lei considera “giusto”. Salvo, alla fine, essere capace di una vera rivoluzione, per quanto domestica, che conferma la leggendaria propensione all’accoglienza e al dialogo dei siciliani.
Come fai a sentirti vivo senza lamentarti di qualcosa? Se non ti lamenti vuol dire che non pensi, perché poco che ti metti a pensare ecco subito che troverai un’occasione di lamentela.
Come si fa a spiegare chi è Manon ? Mica basta dire che è una mamma o magari dire che è una mamma Siciliana, perché Manon è molto ma molto più di questo. Lavoratrice instancabile e abilissima nel ricamare centrini ma sempre, sempre, sempre lamentosa. Manon ha una sola regola: l’unica felicità possibile è la media delle nostre infelicità. Per Manon è impossibile essere felice e a darne la prova sono i tre figli che tutto fanno tranne quello che lei vorrebbe. Una figlia che non si sposa e non la rende nonna, un figlio che divorzia (che poi lei glielo aveva detto che la futura moglie era una strega) e poi lui, Alberto, che come primo sgarbo se ne va a vivere all’estero a Milano e poi come secondo sgarbo è gay! Per Manon una vita così è impossibile, troppe modernità, troppo amore libero ma soprattutto “strano”. Alberto però crede in quello che sta facendo, infondo con un treno o un aereo in poche ore è a casa, a Palermo, in viale Ortiglia 72, e per il fatto di essere gay…..mica può farci niente, mica è una malattia. Lui alla madre vuole bene ma non può rinunciare alla sua felicità per quella della madre perché tanto Manon sicuramente sarà subito infelice per qualcos’altro. Allora le strade si dividono, lui con un nuovo lavoro e un nuovo amore a Londra e lei chiusa nel suo silenzio per punirlo. Alberto fa scelte importanti e sa che per essere felice fino in fondo deve affrontarla. Una storia esplosiva, che cattura e fa sorridere il lettore dalla prima all’ultima pagina. L’autore racconta e si racconta attraverso usi e costumi della sua terra, la magnifica Sicilia, riuscendo a sdrammatizzare i momenti più difficili della sua vita. Un racconto che fa riflettere, sulle responsabilità e le aspettative dei genitori nei confronti dei figli ma anche sulle differenze generazionali. Alla fine i nodi vengono al pettine ma la strada per arrivarci non è stata di certo tutta in discesa.
Libro in collaborazione con SEM
Titolo: La morale del centrino
Autore: Alberto Milazzo
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 13 Giugno 2019
N° pagine: 116
Casa Editrice: SEM