Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? “La figlia femmina” mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli.
La durezza, la minuziosa osservanza delle regole, erano la gabbia che si era costruito per fermare il mostro.
Quando scende la notte ha paura a chiudere gli occhi Maria, perché sa che dopo la favola della buona notte il padre non se ne andrà ma rimarrà li con lei, ad allungare una mano sul suo fianco, tra l’elastico delle mutandine per poi abbandonare il suo corpo su di lei, ancora bambina, che rimane immobile ad aspettare che tutto finisca. La madre non vede e nemmeno comprende quei comportamenti da pazza, quelle urla e quei dispetti. La madre non sospetta, nemmeno quando le maestre alludono a qualcosa, se ne va indignata perché la sua di famiglia è una famiglia perfetta. Maria ora è grande, è adolescente, e gli strascichi delle violenze subite da bambina sono rimasti tutti, dentro e fuori di lei. Si sente donna e sente che la sua bellezza e la sua sensualità sono un’arma potente con gli uomini, compreso il nuovo compagni della madre, quando lo guarda, lo sfiora e lo provoca senza però provare nessun sentimento. L’autrice prende per mano il lettore e lo porta a guardare da lontano la vita di questa famiglia perfetta, benestante e molto invidiata, una vita che sembra un mosaico, ma quando con delicatezza e maestria lo fa avvicinare allora si accorge che non tutte le tessere sono perfette, qualcuna è graffiata e qualcuna è sbeccata. Nemmeno il colore visto da vicino è così splendente, ci sono ombre, macchie e grandissime imperfezioni. Con grande maestria racconta una storia di abuso tra le mura domestiche, ne descrive le emozioni e i sentimenti e li fa sentire vivi nel lettore, anche quelli contrastanti. Potenti sono le paure di Maria che anche il lettore sente premere nel petto e dopo un lungo tormento prova conforto nel sentirle crollare. Un romanzo di grande impatto emotivo ma anche di grande rabbia che mi ha conquistato e tormentato fino alla fine lasciandomi però con un grande dubbio: ma Silvia, non si accorgeva di nulla oppure sapeva ma faceva finta di nulla?
Libro in collaborazione con FAZI
Titolo: la figlia femmina
Autore: Anna Giurickovic Dato
Genere: Narrativa Contemporanea
Pubblicazione: 26 Gennaio 2017
N° pagine: 191
Casa Editrice: Fazi